Vietnam, un viaggio e un progetto

È da un po’ che aspetto questo viaggio, che me lo studio, ci sogno su, cammino a due gradini da terra e non smetto di fantasticare.

Viaggiare mi fa questo effetto e l’Asia ancora di più, quando vedo video, foto, o leggo racconti di questa terra mi commuovo.
Sul serio mi commuovo, mi vengono gli occhi lucidi e mi pizzica il naso. Ma è un sentimento così bello che non lo escluderei mai dai miei viaggi.
Se mi dicessero parti domani, io direi “No dai, domani no… fai dopodomani così mi crogiolo un po’ nell’idea e se c’è tempo mi compro anche una lonely planet”.
Va beh, adesso non esageriamo, però è per dirvi che per me l’organizzazione è emozionante quasi quanto il viaggio.

Per questo nostro on the road in Vietnam abbiamo organizzato tutto da soli e siamo partiti da zero, io e mio marito, non sapendo niente di questa affascinante terra.

Ogni nome di luogo era così impronunciabile: tutti quelle parole che finivano con in – an –ang –ong- ung  ci mettevano confusione.

Ogni occasione era quella giusta per programmare: la sera a casa con Pechino Express in sottofondo, al ritorno da lavoro in treno, persino in auto fra un semaforo e uno stop. Quante cene bruciate sui fornelli, computer scarichi, post it in giro per casa con le varie tappe (che ne ho anche trovato uno nel letto).
Il Vietnam ce lo sognavamo di notte e la mattina ci svegliavamo carichi per un’altra giornata fruttuosa.

Ma lasciatemi dire della sua gente, che ci ha già colpito per generosità e apertura d’animo ancor prima di arrivare.

Per farvi capire di cosa parlo devo raccontarvi che tipo di viaggio stiamo per intraprendere.
Siccome noi le cose facili mai, abbiamo pensato di partire all’avventura per due settimane zaino in spalla.
Ma non solo, la nostra intenzione è quella di vivere il più possibile il vero Vietnam e di farlo approcciando la gente e sperimentando sapori, odori e sensazioni locali.
Dovremo riuscire in sole due settimane a fare diventare questa terra un po’ nostra, il che è una bella sfida perché il Vietnam in due settimane è, come dire, “un po’ da turisti”.

In effetti un po’ turisti lo rimarremo ma per riuscire nell’intento di farci entrare nelle viscere questi luoghi abbiamo pensato di affidarci ad Asiatica Travel, anzi, di travolgerla e stravolgerla proprio con i nostri progetti.

Phuong, così si chiama il dolcissimo angelo che ci ha supportati e che incontreremo ad Ha Noi, si è davvero data da fare per noi. Asiatica solitamente propone viaggi organizzati in toto invece con noi è andata così: ci siamo costruiti il nostro itinerario e abbiamo fatto in modo che loro ci aiutassero a provare esperienze locali al di fuori dal comune e abbiamo previsto incontri con gente vera, di quella che il Vietnam lo vive tutti i giorni e l’ha vissuto anche durante la guerra.

Sono talmente emozionata e le cose da fare sono così tante che ho paura di perdermi dei pezzettini.
Fra qualche giorno metterò sul blog l’itinerario intero con tutte le tappe che toccheremo e per ognuna vi specificherò le singole attività che andremo a provare, per ora vi anticipo solo che grazie ad Asiatica Travel, che organizza missioni di volontariato, potremo partecipare ad una spedizione a Da Nang (vi racconterò poi tutto nello specifico), conoscere un Medico che da anni opera in Vietnam dopo aver fondato un’associazione no profit e cenare in una casa famiglia. Incontreremo anche  un abitante di Hanoi che ci parlerà della storia e della guerra del Vietnam e conosceremo un abitante del popolo Thai di Mai Chau.

Potrete seguire questo nostro mini progetto (che è più un esperimento di viaggio bellissimo) attraverso l’hashtag #VietnAMO, sui miei canali, qui sul blog e anche sui social di Asiatica che vi riporto qui sotto:

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