C’è un viaggio perfetto per ogni persona, basta capire qual è.
Questa è la frase che appare sul sito di Francesca di Pietro, psicologa turistica e travel coach, nonché viaggiatrice instancabile che nel 2011 ha lasciato il lavoro in azienda ed ha iniziato a viaggiare da sola (viaggiaredasoli.net è il suo blog, appunto), conducendo una ricerca sperimentale su “Il peso dei tratti di personalità nella scelta del viaggio”.
Andiamo a conoscerla meglio.
Diciamo che la Psicologia del Turismo è più orientata alle aziende e alle destinazioni, mi occupo di dare una chiave di lettura diversa ai luoghi, cercando di far emergere quei tratti che fanno sognare le persone, quelli che gli fanno desiderare un luogo piuttosto che un altro.
Un luogo non va bene per tutti, quindi bisogna conoscere bene il tipo di persona adatto a quello che sto offrendo, e ovviamente non parlo di target come comunemente lo identifica il marketing, io di solito lavoro su cluster di personalità. Il travel coach invece è un processo di coaching associato al viaggio, mi contattano diverse persone che stanno attraversando un periodo difficile o che sono smarrite o che vorrebbero migliorare dei tratti del loro carattere, io li aiuto costruendo un viaggio che li metta alla prova e che li faccia trasformare.
Si dice che non si ritorna mai la persona che è partita, il fatto è che molto spesso abbiamo un approccio superficiale a quello che ci succede o magari non abbiamo gli strumenti per capirlo e orientarlo. Io supporto le persone nell’identificare e orientare questo momento di cambiamento, sia prima del viaggio, sia durante che dopo.
Grossi attacchi d’ansia sì, anche con soggetti con patologie complesse, ma in quel caso gli ho consigliato una terapia tradizionale, io faccio coaching on line, posso lavorare sui comportamenti non su tematiche del profondo.
Non parlo dei miei coachee, mi dispiace.
Quello di cui tu parli è un attacco fobico, so che per chi ce l’ha sembra una cosa davvero catastrofica e immutabile, ma in psicologia è una delle cose più facili da curare. La fobia è la rappresentazione distorta di un significato che si da ad un oggetto, ovviamente quell’oggetto è una metafora o uno spostamento di altro. Chi ha il terrore di volare non ha paura veramente degli aerei in quanto macchine, ma di altro, solo che non sa di cosa. Ci sono diversi approcci per la cura, i più diffusi sono quello psicodinamico o quello cognitivo comportamentale. La cosa davvero importante è che si deve stare molto attenti a non curare soltanto il sintomo. Se curi solo la tua paura di volare o degli insetti stai sicuro che dopo qualche tempo avrai paura di altro, o avrai una nuova rappresentazione del tuo disagio. Attraverso i simboli si deve arrivare al nucleo, solo così si può veramente stare bene.
Innanzitutto consiglio di non ascoltare consigli legati al sintomo (si lo so è cacofonico), se hai la fobia di volare e uno ti dice “devi stare tranquillo, l’aereo è il mezzo più sicuro” tu vuoi solo strangolare chi te lo dice.
Il primo passo è riconoscere d’avere un problema.
Il secondo passo è capire quanto grave sia questo problema per te. Se ti basta stringere la mano del tuo compagno e magari bere un bicchiere di vino, forse non hai bisogno di fare altro, se invece hai attacchi di panico, o cancelli viaggi per paura di volare allora devi fare qualcosa di concreto. Hai due soluzioni, o vai in terapia o fai il corso Voglia di Volare dell’Alitalia che è l’unico corso serio ed efficace che si possa fare, tutto il resto per me è una perdita di soldi. Il corso Voglia di Volare ha un approccio cognitivo comportamentale, ci sono degli psicologi prima e durante il volo che ti supportano e si fa un lavoro dove si lavora sul cambiamento della reazione emotiva all’oggetto fobico, unito da spiegazioni tecniche e professionali su tutto ciò che è il volo, date da piloti e assistenti di volo.
Se il disagio è forte, consiglio vivamente di andare in terapia anche dopo aver sconfitto questa fobia altrimenti il disturbo si sposterà.
Beh certo, dovrebbe essere la norma.
Si, più che un luogo, un tipo di viaggio. Il luogo può essere lo stesso per molte persone, ma come lo si vive cambia radicalmente.
Organizzo diversi workshop e retreat in diverse parti del mondo che vanno a lavorare su alcuni aspetti della personalità, come l’uscire dall’area di comfort o il contatto corporeo, o il viaggio come trasformazione e sto pensando di fare qualcosa, non so bene se un retreat o un corso on line, sulla paura. I miei eventi sono indicati a chiunque si senta “chiamato” ho gente di tutte le età e di tutte le provenienze, l’unica cosa fondamentale è che devono essere aperti al mettersi in discussione.
L’idea è di partire sempre dal fisico per arrivare al cognitivo, ad esempio sul retreat dell’aerea di comfort ogni giorno c’è una sfida, dal surf, al diving, al trekking e ogni esperienza lavora su un aspetto della personalità sul quale si discute in gruppo a fine serata.
Se l’intervista di Francesca vi ha incuriosita e vi piacerebbe saperne di più, o prendere parte ad uno dei suoi retrat, potete contattarla a questo link.
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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