Quattro giorni in Norvegia del nord sono bastati per farmi una prima e chiara opinione sulla sua gente.
La terra dei vichinghi, dei paesaggi brulli e innevati dove è la natura a farla da padrona e non l’uomo, si presenta nell’immaginario collettivo come luogo selvaggio che plasma la sua gente rendendola dura, fredda e rigorosa.
E in parte è vero, tuttavia c’è molto altro.
Ho pensato e ripensato al modo di presentarvi la gente di Norvegia senza incappare in luoghi comuni e alla fine ho scelto di affidarmi alle parole aiutate dalle immagini, pochi concetti chiari per darvi un’idea di un modo di vivere diverso dal nostro.
Vi presento la gente di Norvegia, solo tipi tosti!
Passione
A laukvik, un paesino dalle poche anime ma circondato da spazi immensi vivono Rob e Therese, olandesi trapiantati in Norvegia, all’apparenza due docili signori, in realtà due personaggi animati da un’insolita passione: l’aurora boreale. Non solo la studiano da una vita ma ne hanno fatto la propria quotidianità, il proprio lavoro.
Il contrasto di lei che serve tè con i biscottini in un’ampia sala corredata da macchinari di monitoraggio e libri di astrologia è eccentrico. Le luci si spengono e lo schermo proietta immagini e risultati di ricerca su quest’incredibile fenomeno; mentre Rob parla, Therese lo assiste e gli sta affianco sostenendolo.
Io non posso che pensare ad una vita a due passata sui libri, alla complicità e alla passione.
Ma secondo voi, quei due rinnovano l’emozione guardando ogni volta una nuova aurora come questa?
Voglia di osare
L’ultima sera prima della nostra partenza siamo arrivati stanchi ad Evenes presso il Tjeldsundbrua Kro & Hotell.
A questo punto del viaggio, quando ormai pensavamo di aver provato tutte le esperienze possibili, siamo stati invitati a fare un bagnetto nell’oceano, di sera e con i gradi sotto lo zero.
Che vuoi che sia un tuffo nell’acqua gelida?!
Non so come e perché mi sono lasciata convincere. Ma L’ho fatto!
Veniamo accompagnati in un cottage che funge da spogliatoio per metterci i costumi ed è qui che facciamo conoscenza con queste due simpatiche ed attempate signore che scopro subito, faranno il bagno con noi. La cosa strana è che nessuno le ha costrette, sono qui di loro spontanea volontà.
Penso a mia mamma nei loro panni e questo mi basta per arrendermi ad un’unica conclusione; tutto ciò non potrebbe mai accadere.
Pochi metri più in là ci accoglie una ragazzetta sui sedici anni che abita nei dintorni, anche lei è qui sola per farsi un tuffo. Ogni tanto lo fa, dice.
Penso alla maggior parte dei nostri adolescenti che senza un amico al loro fianco non si muoverebbero da casa. Stranamente non tira fuori lo smartphone ma parla con noi, è curiosa e sveglia.
Correttezza
Succede che dobbiamo affrontare un viaggio in pullman di circa quattro ore per spostarci da una meta all’altra.
Sul mezzo è obbligatoria per tutti la cintura di sicurezza, qui la precisione è di casa quindi non si scampa.
Succede che ad un tratto ci attraversa una renna in corsa e, pur rispettando rigorosamente i limiti, la urtiamo facendole prendere una bella botta.
La situazione nei dintorni è tranquilla, siamo in mezzo alle montagne, attraversiamo laghi ghiacciati e distese innevate. Nessuno si accorge di ciò che succede ma noi non solo ci fermiamo per assistere il povero animale intontito ma il nostro autista chiama anche la polizia e aspetta pazientemente che arrivi. Le autorità locali ci raggiungono dopo cinque minuti soltanto.
Punto uno, in Italia tendenzialmente si scappa dopo aver provocato danni a cose, animali o persone. Per quale motivo non so: paura, menefreghismo, stupidità, ma si scappa.
Punto due, c’è il problema dell’attesa dei soccorsi che non sto qui a ricordarvi.
Un attimo prima di ripartire mi sono accorta che al nostro autista norvegese tremavano le mani.
Educazione
Un pomeriggio ci siamo messi delle simpatiche suole con i chiodini sotto le scarpe e ci siamo avventurati fra la vegetazione. Abbiamo camminato in strade sterrate e raggiunto un lago ghiacciato. Nel bel mezzo del tragitto abbiamo scoperto questo…
Lo sapete cos’è?
Inutile provarci, non ci potete arrivare!
È un asilo, o meglio un campo all’aperto dove i bambini vengono una volta a settimana con l’asilo per trascorrere una giornata nella natura.
E se il piccolo dovesse soffrire le fredde temperature che in inverno scendono sotto lo zero? Pazienza, vuol dire che imparerà a vestirsi.
Filosofia.
Ora vi chiedo: secondo voi, cosa dovremmo imparare noi italiani da questo popolo? E viceversa?
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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Ci sono 2 commenti
Lo hai scritto tu in fondo al post quello che dovremmo imparare. A stabilire un rapporto con la natura fin da piccoli (e i genitori dovrebbero imparare a essere meno apprensivi). Cosa potrebbero imparare da noi? Non lo so, non so nemmeno se abbiamo qualcosa da insegnare. Credo potrebbero dirlo meglio i norvegesi.
Hai ragione Patrick! La mia è più che altro una provocazione, credo che avremmo davvero molto da imparare da loro Grazie per essere passato!
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