La Lombardia non è proprio famosa per il verde. Quando si dice Lombardia tutti pensano al grigio di Milano e al traffico di questa caotica città.
Ed è proprio questo l’errore più comune che viene fatto.
Pur non godendo dei campi rigogliosi del sud Italia, posso snocciolarvi nomi e caratteristiche di alcuni bellissimi parchi che la nostra regione può vantare.
Voglio iniziare con uno dei parchi che più amo e che mi ha accompagnata durante tutta la mia gioventù:
Avendo vissuto nella provincia milanese, praticamente attaccata a questo parco, durante la primavera e l’estate lo frequentavo spesso.
Ci facevo sport (si, c’è stato un tempo in cui la parola sport non mi facesse venire fame), andavo a prenderci il sole e ci ho scritto addirittura una tesi “Piano di Sicurezza Urbana per il territorio di Castellazzo di Bollate”.
All’interno del Parco, appunto.
Dove si dice ci siano stati problemi legati alla prostituzione, allo spaccio di droga e addirittura delle messe sataniche (si, si ed ho intervistato anche un Parroco esorcista) ma in realtà questo è un gran bel Parco con tutti gli annessi e connessi. Non formalizzatevi.
Di notevole interesse il patrimonio storico-artistico come la Villa Arconati, teatro di numerose manifestazioni estive e dell’annesso festival musicale dove gli artisti suonano all’interno dei bellissimi giardini, l’antico borgo di Castellazzo, la Valera di Arese, Villa Borromeo a Senago e Cascina Mirabella a Lentate sul Seveso.
Ogni anno, Ville e Borghi vengono aperti al pubblico per permettere di visitare le bellezze che lo compongono.
In alcuni casi sembra proprio che il tempo si sia fermato.
Un percorso alternativo da poter effettuare all’interno del Parco delle Groane è quello che porta alla Città dei Mattoni, ovvero dove si trovano le vecchie fornaci.
Si può partire da Garbagnate, dalla stazione Serenella e percorrere la pista ciclabile lungo il Canale Villoresi. La vista delle vecchie fornaci, in disuso dall’epoca industriale, è suggestivo: la natura ha preso il sopravvento, talvolta inghiottendo cemento e mattoni.
Dopo poco aver cambiato zona di residenza, ho capito che non avrei potuto restare a lungo senza un parco di riferimento. Essendo cresciuta vicino al verde e soprattutto con dei cani, non mi sarei mai potuta accontentare del cemento.
Vi voglio raccontare di questo parco, perché credo che sia davvero speciale.
Il Bosco delle Querce rappresenta la rinascita di un periodo nero, una tragedia che nel 1976 ha toccato le zone di Seveso e Meda.
Era il 10 luglio 1976 quando un incidente di fabbrica provocò la fuoriuscita di una nube tossica di diossina che causò parecchie patologie e la morte di 80 mila animali.
Il Bosco nacque nel 1983 completamente per mano dell’uomo, a seguito dei lavori di bonifica dopo che tutto il terreno contaminato venne sigillato nelle vasche.
La scelta di realizzare un bosco dopo l’asportazione del terreno venne presa grazie ai movimenti popolari che si opposero alla costruzione di un forno inceneritore per bruciare il materiale inquinato.
Oggi, il Bosco delle Querce è cornice anche di alcuni matrimoni civili.
Proprio perché adoro i parchi e il verde, ho deciso che di sposarmi all’interno di un piccolo gioiello a ridosso della metropoli milanese.
La prima volta al Parco di Montevecchia mi sono sentita come teletrasportata dalla Lombardia alla Toscana.
Distese di vigneti, prati verdi, cascine, balle di fieno e animali da fattoria.
Da quella volta ci torno per fare trekking, per passeggiare con il mio cane e per sentirmi a contatto con la natura.
Vi va di sapere qualche curiosità, o mistero legato a questo parco?
Pare che al suo interno si trovino tre colline che hanno una conformazione caratteristica: le cosiddette Piramidi di Montevecchia.
Queste sono colline naturali che in epoca non precisa furono modellate dalla mano dell’uomo al fine di realizzare tre piramidi disposte come le stelle della Cintura di Orione, analogamente alle più celebri piramidi egizie di Giza.
È quasi certo che 5000 anni fa si celebrassero riti collegati al ciclo delle costellazioni, simili a quelli celebrati dagli antichi Egizi.
La disposizione rettilinea delle tre piramidi brianzole richiama esattamente la disposizione delle tre stelle centrali della costellazione di Orione, replicata nelle ben più celebri piramidi egizie della Piana di Giza, ovvero Cheope, Chefren e Micerino. Si tratterebbe quindi di strutture antropiche, artificiali, alte 50 metri ed evidentemente irrealizzabili con il contributo del lavoro di una sola persona.
Non ci credete? Venite a vedere con i vostri occhi!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
Copyright 2014 Diquaedila.it | Travel Blog realizzato da FattorieDigitali.com
Privacy Policy
Ci sono 0 commenti
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
Lascia un commento