“Non verrò ricordato in futuro per le tantissime conquiste che ho realizzato ma per questa moschea”
Solimano il magnifico
Che Istanbul avesse sette colli lo sapevo, quello che non avrei mai detto è che me ne sarei fatta uno a piedi durante una giornata calda ed assolata.
Ho girato fra le bancarelle più o meno turistiche dei bazaar di Istanbul, contrattato la loro merce, lasciato le strade affollate per trovare vie popolate solo da gente locale e da qualche banchetto della frutta sgarrupato.
Ho finito due bottigliette d’acqua e mi sono lamentata in continuazione, sia con Valerio per non aver azzeccato la strada, sia con me stessa per non essermi allenata di più in palestra (quale palestra??).
Poi sono arrivata lassù, dove solo i turisti più motivati arrivano, coloro che non si lasciano scoraggiare da strade sempre meno convincenti e dai gatti che piluccano fugaci fra i rifiuti della spazzatura.
Ho tirato un sospiro di sollievo e sono entrata nella Moschea di Solimano o meglio Süleymaniye camii con le mie scarpe impacchettate in una busta di plastica e i piedi finalmente scalzi.
Liberi di esplorare.
Ho sentito il contatto morbido con il tappeto, mi aspettavo anche l’odore acre di piedi che ho avvertito appena entrata nella Moschea Blu ma niente; molta meno gente, la luce generosa che entrava dalle vetrate e andava ad accarezzare i volti delle donne velate che snocciolavano i rosari posti in ogni angolo della chiesa.
Mi sono seduta a guardare le pareti spoglie di questa moschea voluta da Solimano il Magnifico, che ha scomodato il più grande architetto ottomano, Mimar Sinan, per la progettazione di questo magnifico edificio.
Qui la gente viene per pregare davvero e per farlo indisturbata. Ho iniziato ad osservare e ad immaginare vite che scorrono perché, qui, c’è tempo di farlo:
Una donna a capo chino seduta sulla facciata di una finestra luminosa.
Un uomo inginocchiato, con la maglietta di un calciatore, che stona con l’aria assorta dei suoi pensieri. Un sacchetto della spesa in attesa del padrone che lo riporti sulla via di casa.
Un ragazzo appisolato sul pavimento.
Un uomo che legge un libro. Chissà di cosa racconta.
Sono rimasta ore a passeggiare in questa bella Moschea, sono salita su per le scale e ho raggiunto le preghiere delle persone che volano in alto, ho dato un’occhiata tutto intorno è ho scoperto altri scorci grazie ad un nuovo punto di vista.
Però la vera sorpresa l’ho avuta uscendo da una porta laterale, ricurva nell’intento di rimettermi le scarpe, mi sono alzata trovandomi immersa in uno dei più bei giardini mai visti.
Che poi il giardino di per sé non aveva niente di che, se non un fitto strato erboso da sembrare quasi finto ma la vista di cui si poteva godere da questo posto era speciale. Lo skyline di Istanbul non era mai stato tanto intenso. Tanto apprezzato.
Non lo so come funzioni davvero con le emozioni, però so che nel mio caso ci sono posti che senza un apparente perché rimangono nel cuore. Solimano è una di questi.
Si tratta di momenti intensi e fortemente vivi, in cui percepisci tutto come se fosse al proprio posto, come se non avessi aspettato altro che vivere quel momento.
Sono momenti in cui preferisco sedermi per non dover pesare tutto il carico delle emozioni sulle mie gambe. Momenti in cui è facile e difficile allo stesso tempo pensare, prendersi del tempo per sé stessi senza badare ai selfie e alle millemila condivisioni del mondo.Quei pochi fruttiferi momenti che poi diverranno parole scritte su un blog, quelle che amerai per sempre. Pensieri senza capo né coda in cui parli di un luogo per quello che ti è sembrato, senza che nessuno te l’abbia mostrato. Senza che nessuno te l’abbia chiesto.
Qualche info pratica sulla Moschea di Solimano
L’ingresso alla Moschea è gratuito, tranne che durante gli orari di preghiera
Alle spalle della moschea c’è il cimitero (aperto dalle 9:30 alle 16:30; chiuso il lunedì) che ospita il mausoleo del sultano Solimano il Magnifico, della figlia preferita Mihrimah, della moglie Hürrem Sultan o Rossellana.
La Moschea di Solimano è l’unica attrazione di Sultanahmet a non essere collegata con il tram e per raggiungerla è necessario percorrere una rampa in salita. Le fermate del tram più vicine sono quelle di Eminonu e di Beyazit, da entrambe sono necessari circa 15-20 minuti di cammino.
L’edificio è circondato da mura esterne e, come vuole la tradizione architettonica ottomana, adiacenti alla moschea vi sono altri edifici che formano il külliye (complesso edilizio): scuole, un imaret (ricovero e mensa popolare), un ospedale, degli hamam, un cimitero, un ospizio gratuito per i viaggiatori.
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 2 commenti
Istanbul è una città favolosa, e visitare questi luoghi sacri è una liberazione per l’anima e la mente, anche per il più ateo della situazione!
Ciao Mariella, sono davvero d’accordo con te: Istanbul è più mistica di tante città che si dichiarano votate alla spiritualità. Lo si avverte per le strade, non solo nelle moschee!
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
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