L’altra Valsusa. Quella vera e appassionata (I° parte)
2012/05/09 11:47 AM
Testo: Gabriele Merlo
Finalmente sono stato promosso, ho una mia intera rubrica per scrivere della mia passione!!!
Per ringraziare quel cerbero della mia “redattrice” che risponde al nome di La Ste ho pensato: “Devo scrivere un articolo che dia lustro al Blog, che parli di vino ma anche di altro, di attualità!”. In quale parte d’Italia sarei potuto andare per poter scrivere un articolo che narri di ottimi vini, di coraggiosi viticoltori ma anche di qualcosa legato alla cronaca quotidiana? La fonte d’ispirazione mi è giunta mentre studiavo il Piemonte durante la preparazione all’esame per diventare Sommelier. Mentre leggevo della Doc Valsusa scopro che in questa zona sono coltivati dei vitigni autoctoni praticamente sconosciuti e dai nomi quasi esotici: Avanà, Becouet, Chatus, Baratuciat, Gros Blanc .
La sera stessa, guardando il telegiornale, vengo a conoscenza degli scontri tra la polizia e i manifestanti NO TAV in Valsusa ed ecco il lampo di genio, scrivere di queste curiose chicche enologiche andando a visitare delle aziende del territorio e parlare coi produttori anche di quello che sta accadendo in questa valle, fino a qualche anno fa conosciuta solo come meta sciistica e oggi balzata agli onori della stampa. L’intento della mia visita e di questo reportage non è di descrivere fatti più o meno politici e di cronaca, ma far conoscere la valle e i suoi viticoltori, autentici valsusini, apprezzare i loro sforzi e le loro fatiche per tenere in vita questi vitigni quasi scomparsi, contro tutto e tutti!
Ed eccomi, in un fresco e soleggiato sabato, in viaggio per la Valsusa, curioso di scoprire ciò che questo territorio saprà offrirmi e nuove persone da conoscer
e…
La giovane DOC Valsusa, nata solamente nel 1997, racchiude un gruppo di una decina di viticoltori di montagna molto eterogenei per quanto riguarda territori, vini prodotti e stile ma tutti accomunati dalla passione e dalla convinzione che il vino si faccia in vigna, non in cantina.
Fulvio Sibille conduce l’omonima Azienda Agricola di famiglia con uno stile molto apprezzato dal sottoscritto come avrete già letto in altri articoli, ossia far fare tutto alla natura e non alla chimica. Grazie al terreno ed al microclima del Colfaceronel comune di Gravere che favorisce un’ottima maturazione delle uve i suoi vini riescono ad esprimere al meglio le caratteristiche del territorio. I trattamenti in cantina sono ridotti al minimo, mentre quelli in vigna sono attenti ed accurati, la sua è sostanzialmente un’agricoltura biologica, pur non essendo certificato per propria scelta. I vini che ottiene, di stile quasi più Borgognone che Italiano (e questo è per me, e spero anche per Fulvio, un grande complimento!) sono caratterizzati da una buona freschezza a cui si accompagna una grande struttura, che, come nel caso del Becouetin purezza e del Crufasè blanc cuvèe bois, a base di Chardonnay e vitigni autoctoni come il Gros Blanc, permetteranno loro di evolvere in cantina per diversi anni. L’Avanà dell’Azienda Sibille è stata una piacevole sorpresa, è un vino rosso con caratteristiche simili ad un bianco, all’olfatto predominano sentori fruttati di fragole mature e lamponi e una nota speziata tipica di questo particolarissimo vitigno, assaggiandolo ti colpiscono una notevole freschezza e sapidità inusuali per un vino rosso. L’abbinamento? Semplicissimo, è un vino da bersi giovane e quindi una bella merenda a base di salumi e formaggi freschi, a tutto pasto e anche sul pesce, certamente in preparazioni non troppo elaborate.
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Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
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Ci sono 2 commenti
Innanzitutto ti ringrazio per aver letto il mio articolo!
La Valsusa è un posto interessante e rilassante, soprattutto per chi viene dalla città…ho conosciuto persone gentilissime e assaggiato ottimi vini. Sono però difficili da reperire fuori dai confini piemontesi, ma un giretto questa Valle lo merita davvero!
Macchè ignoranza! Fino a poco tempo fa anch’io conoscevo poco di questi vini, sono poco pubblicizzati. Tuttavia ho voluto toccare con mano e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Ciao
Gabriele
Dopo aver letto questo articolo, non posso far altro che andare a comprare una bella bottiglia di vino della Valsusa. Non sapevo dei vitigni autoctoni di quets zona, anzi, per essere sincero, tra quelli che hai menzionato, non ne conoscevo nessuno…scusa la mia ignoranza :-). Ma e’ anche a questo che servono i blogger no? Far conoscere a quelli come me, cio’ che non sanno
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
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