Ero curiosa di vedere Hoi An, tutti me l’avevano descritta come un quadretto meraviglioso e soprattutto luminoso.
Luminoso?
Si, Hoi An è anche chiamata la città delle lanterne e a ragion veduta, aggiungerei, perché la prima volta in cui si arriva in questa città del Vietnam centrale non si può fare a meno di notare le migliaia di lanterne distribuite un po’ ovunque tutto intorno.
Se arrivate di giorno, le vedrete tutte appese ai lati delle case, degli ostelli e soprattutto dei locali (che non mancano certo di esporle per la vendita, anzi!), colorate e sicuramente d’arredo.
Ma è di sera che queste danno il massimo, si accendono scaldando l’ambiente circostante, rendendolo magico e inesorabilmente romantico. Tutto molto suggestivo.
Al di là delle lanterne, Hoi An mi ha fatto un’impressione diversa da quella che mi ero idealizzata.
Di sera le lanterne danno il massimo, si accendono scaldando l’ambiente circostante, rendendolo magico e inesorabilmente romantico.
Sono arrivata ad Hoi An con un pullman pubblico tutto sgarruppato (un’esperienza folkloristica che vi ho riassunto in breve in questo articolo) e appena scesa sono stata “assalita” dai tassisti succhiasangue :).
Alcuni di questi pretendevano assurdamente di portarci in città caricandoci in due, più zainoni, su di un microscopico motorino – avete presente il Sì della Garelli, quello con cui facevate le impennate di fronte al baretto della compagnia? Ecco il fratello tarocco di quello -.
Senza neanche pensarci e un po’ straniti per l’insistenza che qui in Vietnam non è assolutamente la prassi, abbiamo optato per una bella passeggiata e in 10 minuti siamo arrivati nel centro di Hoi An.
Dicevo dell’impressione che ho avuto e che Hoi An non me l’aspettavo così.
Carina, ordinata, con una sfilza di negozietti fatti con lo stampino che vendono cose deliziose, quello sì, ma dopo 1,2,3 volte che vedi una vetrina è come se le avessi viste tutte.
Il Vietnam al di là di Hoi An è meno ammaestrato e più sfacciatamente vero, è per questo che arrivando qui si rimane un po’ storditi.
Ma non è che sia brutta, quello no di sicuro!
Se dovessi usare un solo termine per descrivere Hoi An basandomi su ciò che avevo già visto del Vietnam probabilmente userei “pettinata“.
D’altra parte è così caratteristica anche nella sua dedizione al turismo che non si può non vederla e apprezzarla per quel che è.
Per questo mi permetto, dopo questa premessa, che non vuole togliere niente al fascino della città delle lanterne, di lasciarvi qualche consiglio per vedere Hoi An approfittando delle sue peculiarità.
Fatelo, affittate una bici in uno dei tanti negozietti che incontrerete. Girovagate per le vie di Hoi An con il vento fra i capelli e sfiorando le lanterne.
La bici è sicuramente il mezzo migliore per scoprire tutte le bellezze dei dintorni e magari uscire dal centro e arrivare ai campi circostanti. Inoltre il costo di affitto di una bici è molto basso, si tratta di neanche un euro al giorno per ognuna.
Hoi An è tagliata in due dal fiume, il che rende il tutto ancora più suggestivo perché percorrendo una delle due sponde noterete parecchie cose che attireranno la vostra attenzione: barcaioli che cercheranno di vendervi un giro sulle barche tradizionali, negozietti, ma soprattutto ristorantini dove poter prendere una birra e ammirare il panorama. Poi, più in fondo, il mercato di cui vi parlerò a breve.
Fate caso alla diversità delle due sponde: una è, come vi ho detto, piena di ristorantini, romantica e tranquilla di sera e brulicante di persone e venditori di giorno, quando il mercato comunale è nel pieno della propria attività. La sponda al di là del ponte è invece una staffetta di locali per bere e ballare, sicuramente la sponda più frequentata dai giovani, in alta stagione.
Noi però siamo andati in dicembre e l’abbiamo trovata quasi deserta.
Come vi ho già accennato, ad Hoi An c’è uno splendido e caratteristico mercato comunale dove potrete vedere davvero tutto.
Se c’è una parte che proprio mi è piaciuta della città delle Lanterne, questa è il mercato: ne sono rimasta affascinata e l’ho girato per ore scattando foto a vecchine che vendevano la loro merce, immortalando colori incredibili e giustamente anche sentendo tutta la puzza che solo un mercato del genere può regalare.
Se riuscite a resistere al caldo e alla folla, mangiate all’interno del mercato… Magari non vi ispirerà e sicuramente non avrete gli agi di un ristorante ma vi assicuro che il cibo merita davvero!
Siete in Vietnam, osate!
Quando ad Hoi An piove, piove davvero e io ne so qualcosa. Purtroppo i 3/4 del tempo trascorso in questa città l’ho passato sotto la pioggia che devo dire mi è entrata fino alle ossa e mi ha davvero esasperata.
Se piove troppo tenete in conto che il fiume straripa, a volte facendo danni anche all’interno della città.
Molti locali chiudono, soprattutto quelli più vicini all’acqua (i più panoramici) che vengono quasi completamente sommersi.
È incredibile notare che dove di giorno c’era il mercato, ora c’è solo acqua a perdita d’occhio.
Io poi – fifona al massimo – ne avevo paura ma i bambini del luogo, abituati a questa situazione, ci sguazzavano dentro felici.
Per entrare nei musei, nelle pagode, nelle case antiche e nelle sale riunioni cinesi (sale che venivano usate dai mercanti cinesi come tempi o foresterie) dovete acquistare un ticket presso gli uffici del turismo.
I chioschi presso i quali reperire i biglietti sono 5 situati nella città vecchia. Non aspettatevi troppe indicazioni, per trovarli dovrete cavarvela da soli. Senza questo ticket non potrete entrare da nessuna parte.
Una parte molto bella di Hoi An visibile senza il ticket è il Ponte Giapponese che appunto divideva il distretto giapponese da quella cinese.
Ho partecipato ad un corso di cucina qui a Hoi An e ne sono rimasta davvero soddisfatta. Non avrete problemi a prenotarne uno, ne propongono di tutti i tipi ma più o meno validi.
La cosa carina è che i corsi si tengono a chilometri di distanza dal centro città, nei campi e per arrivarvi bisogna uscire dalla città tramite il fiume e navigare per circa 4km.
La cosa meno carina è che noi l’abbiamo fatto sotto una pioggia a dir poco indecente. Sembravamo dei naufraghi ricoperti di sacchetti per la spazzatura rosa e azzurri.
Prima di tutto però si fa la spesa al mercato comunale e si prende confidenza con gli ingredienti base della cucina vietnamita, cosa fighissima che permette di guardarsi intorno e scoprire molti generi alimentari che da noi non esistono.
Poi arrivati sul posto si ascolta lo chef e solo dopo si mettono in pratica le proprie abilità.
Se le si hanno, ovviamente. Altrimenti sono cavoli vostri perché dovrete mangiare ciò che avete preparato.
Secondo voi come siamo andati?
Questa vi sembrerà una cinesata e in effetti un po lo è :).
Se vi avanza tempo però potete sempre pensarci e, magari durante un noioso pomeriggio di pioggia, farvi fare come ho fatto io un cappottino su misura: ho scelto colore, tessuto, imbottitura e ricami che più mi piacevano (in un pomeriggio ho avuto il cappotto per 30€).
Un consiglio: lasciate la valigia mezza vuota perché qui ad Hoi An sono famosi per la seta e per i prezzi degli abiti su misura più economici.
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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Ci sono 15 commenti
Ciao! Ho trovato il tuo blog utilissimo per organizzare il nostro viaggio in Vietnam e, a differenza di altri blog, mi sono anche divertita leggendo il tuo diario di bordo!
Volevo chiederti se potevi fornirmi l’indirizzo esatto della bottega che ti ha fatto il cappotto su misura in un pomeriggio perchè in altri blog ho trovato tempi di attesa anche di tre giorni!
Grazie mille dell’aiuto indiretto!
Grazie mille Silvia, mi fai davvero felice con questo commento! Purtroppo non riesco ad aiutarti con il nome della bottega perché siamo entrati a caso in una sartoria di Hoi An.
Ti dico solo che dovevano farcelo per il giorno dopo ma noi avevamo disponibile solo quel pomeriggio, quindi si sono dati una mossa per non perdere l’acquisto
Grazie mille! Ho contattato anche l’associazione care the people, purtroppo Enzo Falcone sarà in Italia in quel periodo per cui non possiamo vedere i suoi progetti ma ci piacerebbe aiutare comunque anche dall’Italia una volta tornati.
Ma che bello, mi fa molto piacere! Mai mi sarei immaginata che così tante persone potessero interessarsi all’associazione… invece ho ricevuto tante, ma tante mail
Hoi An è uno dei motivi per cui voglio andare in Vietnam. Sbaglio? 😀
io adoro i tuoi scatti. davvero troppo!
E i vostri piatti sono davvero invitanti, bravi ragazzi 😉
Un abbraccione!
*_* detto da te vale doppio! Grazie Farah, un abbraccione!
Se dovessi usare un solo termine per descrivere Hoi An basandomi su ciò che avevo già visto del Vietnam probabilmente userei “pettinata“.
Meravigliosa questa frase ^^
😀 Non fraintendermi, Hoi An è una bomboniera… ma più “addestrata” di altre città del Vietnam. Resta il fatto che le lanterne la rendono unica nel suo genere.
Vuoi aprire un ristorante vietnamita a Milano? ^^
Ahahah no dai, ora non esageriamo qualche cena può bastare!
Ci piace sempre di più il Vietnam, non lo abbiamo mai considerato più di tanto!
e dobbiamo ammetterlo ci sbagliavamo di grosso! Bellissime le tue foto.. e una foto del cappotto?! 😀
A presto!
Appena riesco la posto
Non ci siamo stati ad Hoi An, un peccato davvero. Belle le tue foto. in quanto all’abito su misura, manca anche quello e sinceramente un pò me ne pento ..
Pensa che io invece non sono andata a Sapa, ma rimedierò presto! In quanto all’abito… già avevo fatto questo “errore” in Thailandia, così in Vietnam non ci ho pensato due volte 😉
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
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