Per ogni passione che hai, la gente tenderà sempre a smontarti un po’.
Si chiama invidia, e la si trova indifferentemente in tutti i campi, o forse capita perché le persone tendono a caricarti delle loro insicurezze e a farti credere che tutto ciò che è lontano dalla loro realtà non sia possibile.
Ho imparato da un po’ a distanziarmi da questi punti di vista per non perdere il focus su ciò che credo sia fattibile.
Succede anche, soprattutto da quando ho preso a viaggiare piuttosto di frequente, di sentire persone che tutto ad un tratto si improvvisano guru della psicologia, esperti sociologi e vanno qua e là filosofeggiando della vita.
In qualche caso si prendono anche la briga di farti una diagnosi psico terapeutica gratuita. Che carini.
Queste sono più o meno le frasi tattiche atte a svilirti, veri e propri pregiudizi sul viaggiatore, sui quali ho capito che è inutile discutere.
La risposta più degna? Fare spallucce ed andare avanti per la propria strada.
Perché viaggiare costa! Ma dove li trovi tutti quei soldi? Ma così facendo non risparmierai niente e poi ti ritroverai con il fondoschiena a terra quando dovrai rispondere a necessità impellenti.
A volte la mettono soprattutto sul piano economico e a meno che non si tratti di uno stretto parente che realmente si preoccupa per me (ma anche in questo caso tendo ad innervosirmi), denota una mancanza di educazione, nonché poco tatto. Vuol dire che ti stai prendendo la briga di ficcare il naso in argomenti che non ti competono. A meno che io non ti abbia chiesto un parere o un aiuto sulla mia situazione economica, beh… sono esclusivamente affari miei e del mio conto corrente.
Alcuni adulti credono ancora nelle favole e pensano che la passione per i viaggi equivalga al fare la bella vita, a godersela ovunque e comunque.
Sono quelle persone che magari poi passano il tempo a spendere i loro stipendi andando a mangiare fuori nei ristoranti di lusso e che si vestono solo con i capi firmati. Che per arredare la casa si vendono un rene e si riempiono la bocca con frasi del tipo “è la qualità che conta”.
È solo questione di punti di vista.
A me piace fare una cosa, a te piace farne un’altra.
E poi chi lo dice che la vita (probabilmente la nostra unica vita) debba per forza essere sacrificio e che la qualità si misuri in base al costo di un marchio?
Appropriandomi del mio tempo, e dando ad esso un valore, decido di vivere secondo ciò che mi fa stare bene.
Ti stai proiettando verso un futuro neanche certo, ti stai facendo inutili e premature paranoie e soprattutto anche in questo caso è un problema che non ti compete.
Soprattutto, non è detto che siccome tu hai avuto figli che hai educato in un certo modo e quindi sai dirmi quanto è difficile, io voglia fare altrettanto.
Il mondo è vario, le persone hanno ognuna il proprio carattere. Fortunatamente ho intorno a me gente che pur essendo diventata genitore non si è dimenticata di essere una persona con le proprie passioni.
La vita cambia, è vero. Ma non esiste un unico modo di vedere le cose.
Anche il modo di essere genitori cambia, smettila di proiettare le tue paure sugli altri.
Lauree di psicologia ad honorem, come se piovesse.
Quante volte mi sono sentita dire amichevolmente che se non riesco a stare ferma, se ho sempre il bisogno impellente di viaggiare può essere che nella mia vita ci sia qualcosa che non mi soddisfi e che per questo io non riesca a darmi pace.
Ma cosa c’è che non va in te? Qual è il problema se prendo un aereo e me ne vado per qualche giorno a vedere luoghi che mi interessa scoprire? Non sentirti in dovere di farlo anche tu, non chiederti perché siamo diversi. Lo siamo e basta. Non c’è uno strano e uno normale.
Se tu mi dici che ad ogni stipendio vai a fare follie rinnovando il tuo armadio io non ti consiglio una seduta da uno psicologo pensando che tu abbia problemi di shopping compulsivo. Probabilmente non lo farei mai perché è una cosa che non mi dà piacere ma poi il discorso finisce lì.
Verissimo.
Ne ho fatte alcune nella vita, più o meno importanti. E continuerò a farne, se necessario.
Ho avuto una famiglia normale, che grazie al cielo non mi ha mai fatto mancare niente, ma che mi ha insegnato il valore di capire fino a che punto si può arrivare. Ciò che si può pretendere e ciò che invece non si può.
Ognuno però ha la possibilità di scegliere a cosa rinunciare.
Io rinuncio (con piacere) ai vestiti costosi, al parrucchiere quattro volte al mese, a farmi le unghie laccate, alle borse firmate. Rinuncio persino a cercare di spiegarti il mio punto di vista.
Ma a viaggiare non rinuncio, quello proprio no.
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 6 commenti
D’accordissimo con ogni singolo punto che hai affrontato. Le persone sono invidiose e frustrate e parlano senza informarsi. Gli stessi che girano in città col macchinone che pagano a rate pur di fare bella figura sono quelli che vengono a dire a me, che giro con un vecchio furgoncino, che ho i soldi per viaggiare.. è tutta una questione di priorità e di scelte.
Hai colto il punto, Roberta: frustrazione e disinformazione. E mettiamoci anche un pizzico di maleducazione. Farsi i fatti degli altri piace sempre tanto.
Che bello questo post! Condivido tutto al cento per cento. Io, con tre figli, viaggio come e più di prima, e con la massima soddisfazione; ma non c’è volta che non debba dare qualche spiegazione allo scettico di turno.
Ohhhh, finalmente qualcuno che porta la sua bella esperienza! Che poi sembra che non esistiate! Questo mi fa ben sperare 😉
Complimenti per l’articolo finalmente qualcuno che mette in chiaro le cose. Condivido tutti i tuoi punti! – parrucchieri + viaggi ahahhah
Ahahahah ma sì dai, non deve essere per forza automatico che chi viaggia abbia i capelli da strega 😉
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