Momento d’ispirazione: jet-lag time. Valladolid, 5.30 di mattina, caldo afoso da togliere il fiato, il rumore esagerato di una ventola a soffitto che tutto fa tranne che rinfrescare l’aria, un letto sfondato che mi costringe a stare tutta a sinistra per non precipitare.
Una breve premessa prima di iniziare:
Questo é un post umoristico, per essere apprezzato necessita di persone umoristiche. Si dice in giro che l’umorismo stia scomparendo, se lo riconoscete preservatelo e rispettatelo.
Questo post gioca con gli stereotipi ed è scritto da una che se ne intende: pizza, mafia, spaghetti, mandolino e Berlusconi (che é anche peggio), possono bastare?
Via!
Adoro i messicani. Quelli paciocconi, dallo sguardo sornione, dai movimenti lenti ma precisi. Di quelli che solo a parlare ti infondono relax.
Di quelli che ti porteresti a casa per ricordarti ogni tanto che la frenesia fa male alla salute e anche all’umore.
Di quelli che ci mettono tre quarti d’ora per prepararti un uovo sbattuto, facendoti quasi perdere l’autobus e costringendoti ad ingozzarti come un’anatra farcita. Poi però ti offrono la spremuta fresca.
Di quelli che ti portano in giro per le rovine Maya, parlandoti con lo stesso tono del topino amico di speedy gonzales – quello leeeeento e paciocco, lo ricordate?! – procurandovi uno strano effetto soporifero.
Di quelli che per spuntarti i capelli ci mettono un’ora e che muovono le forbici al ritmo della musica latina americana.
Ah, si, Valerio l’ha rifatto… Dopo il taglio vietnamita, è stata la volta di quello Messicano.
Un negozietto ai margini di una strada polverosa, insegne scritte sui muri, edificio scrostato color pastello e arredamento vintage, ma di quello autentico. Sul muro ci sono appesi cartelli con scritte del tipo “Peligro, no atendemos a personas con aliento alcoholico” e così via.
Prendono ancora il lavoro come una forma d’arte che nobilita l’uomo.
Di quelli che ancora si fermano a dare qualche spicciolo di elemosina perché pur non vivendo in ricchezza, riconoscono chi ne ha più bisogno.
Sviolinate varie.
Però, cazzarola, in quanto ad umorismo non ci siamo.
E non parlo di frasi criptiche ma di robette semplici, tranquillamente traducibili sia in spagnolo che in inglese.
Eppure niente, encefalogramma piatto.
Facce sornione, labbra serrate sotto i baffoni, sguardi che ti trapassano. Il silenzio e le conversazioni che languono.
Ci viene da chiederci se sbagliamo qualcosa, mettiamo in dubbio il nostro umorismo e la capacità di conversare.
Poi ci guardiamo in faccia, scoppiamo in una fragorosa risata 100% italiana e diamo la “colpa” alle differenze culturali.
Poi proseguiamo per le strade colorate, incalzati dalla musica latina e andiamo a sfondarci di birra e quesadillas.
Ave a te, umorismo messicano, che ci metti così di buon umore!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 1 commento
[…] Santi non funziona dappertutto come a Milano, anzi. Ho avuto a che fare per la prima volta con il fare flemmatico tipicamente messicano, ho collezionato ore e ore di ritardi con lo zaino sulle spalle, con il sudore sulla fronte e ho […]
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