Ci sono cose che è necessario sapere prima di partire per potersi preparare al meglio ed essere pronti a gestire quasi tutte le questioni e le complessità dovute all’organizzazione di un viaggio con dei bambini piccoli.
Altre cose, su cui niente e nessuno potrà prepararvi, non vi resta che viverle… la Cambogia è un paese bellissimo, sicuramente non fra i più kid-friendly al mondo ma con un popolo che vi accoglierà a braccia aperte, facendovi sentire sempre a casa.
Una nota: quando parlo di bambini piccoli io intendo tra 1 e 3 anni; Viola al momento del viaggio aveva 21 mesi.
La preparazione della valigia
Il volo aereo
Il jet lag
I mezzi di trasporto in loco e la sicurezza
Gli hotel per il pernottamento
Il cibo
Farmacia da viaggio e gli indispensabili
Passeggino o cos’altro?
Le persone
Come si prepara la valigia per andare in Cambogia con bambini piccoli?
Iniziamo con il dire che noi abbiamo imbarcato un bagaglio da 23 kg con Air Italy, il più grosso che avevamo con noi, destinato quasi totalmente a Viola, più altri due trolley da cabina per noi che ci siamo accontentati del necessario.
La sua valigia era composta da vestiti estivi in cotone, comodi e chiari, qualche felpa e pantalone per la sera (quasi mai usati, dato che a gennaio in Cambogia ci sono circa 30 gradi, la sera un po’ meno), un anti-vento (portato a fare inutilmente un giro), due costumini per gli hotel con la piscina, scorta di pannolini, cappellino per il sole, kit di pronto soccorso preso su amazon, set di medicinali per l’infanzia, ciabattine, sandaletti aperti, un paio di scarpe da ginnastica comode e del cibo da preparare di cui vi parlerò a parte.
Il dilemma della preparazione della valigia di Viola non mi lascerà mai, anche al trecentomigliardesimo viaggio ho preferito mettere un miscuglio di cose, come se prima della Cambogia dovessimo fare tappa in Antartide perché… non si sa mai.
E poi succede perennemente che l’unica cosa che non porto, la cerco.
Che io non sia una maga dell’organizzazione si sa, però devo ammettere che la lista per la sua valigia era pronta da novembre e credo giri per casa tutt’ora… con lo stampo di un fondo di caffè in bella mostra. Se la trovo ve la fotografo.
Come dicevo, abbiamo volato con Air Italy con diretto su Bangkok, affrontando all’andata 10 ore di volo e al ritorno ben 12.20. Sempre di giorno, e questo non è buono per il sistema nervoso.
Viola sarebbe dovuta stare sempre in braccio perché fino ai 2 anni compiuti i bambini sono considerati “neonati” e quindi non hanno diritto al posto a sedere, non pagandolo ovviamente. Però siamo stati fortunati; all’andata abbiamo avuto un posto in più vuoto, utilizzato da Viola per giocare e fare cucù al felicissimo passeggero della fila dietro, mentre al ritorno abbiamo trovato l’aereo mezzo vuoto, il che ci ha permesso di spostarci in prima fila; più spaziosa e dove Viola ha potuto sgranchirsi le gambe.
Non posso dirvi che sia stato facile ma neanche impossibile come temevo.
Sarò punita per questa leggerezza con la quale sto scrivendo queste parole, ma è davvero andata meglio di quanto pensassi.
Viola si è persa via con il suo zainetto di giochini selezionati con cura prima di partire e il Santo iPad – che non toccatemelo -.
Ho avuto l’idea geniale di comprarle un quaderno da colorare nuovo, in modo che per lei fosse una novità e ci perdesse più tempo che i soliti 10 minuti.
Abbiamo portato il didò con qualche formina e dei libricini da leggere.
Per il resto, nanna e cartoni. Ah, e risate e biscotti al cioccolato assieme ad una nuova amichetta.
Per quanto riguarda il cibo dell’andata ho preferito cucinarle qualcosa da casa e tenerla nel thermos. Per il ritorno ci siamo arrangiati con il pasto offerto in aereo; pollo e riso che Viola stranamente ha mangiato. Poi frutta e dolce! Snack vari acquistati a Bangkok e in aeroporto.
n.b. Solitamente il pasto non è previsto per chi non ha il posto, a meno che non facciate esplicita richiesta: a noi è stato concesso perché il volo non era al completo.
Lo so che in tanti capiterete qui.
Lo so perché ero terrorizzata dai possibili effetti del jet-leg che però hanno perlopiù colpito me e non mia figlia.
Nel nostro caso, siamo partiti da Milano verso le 13 e siamo arrivati dopo dieci ore: mentre per noi in Italia sarebbe dovuto essere sera, a Bangkok erano le 6 di mattina.
Che fare?
Mentre un tempo ci saremmo fatti l’after fino a sera, con una bambina abbiamo pensato di fare il check-in anticipato in albergo (o meglio, pagare una notte in più perché di fatto il check in anticipato non viene accettato da quasi nessun albergo) e riposare qualche ora.
Come dicevo, Viola si è quasi subito abituata al nuovo orario, complici forse anche le gocce di melatonina che ho iniziato a farle assumere qualche giorno prima.
Io, colpita per la prima volta in vita mia dal jet-lag, ho sofferto più la fame che il sonno!
Come avrete capito, abbiamo prima fatto tappa di qualche giorno a Bangkok per poi trasferirci in Cambogia.
Essendo il nostro un viaggio organizzato solo per la parte relativa alla Cambogia, abbiamo girato Bangkok – che già conoscevamo – a ruota libera.
Abbiamo preso taxi e tuk tuk tenendo nostra figlia sempre in braccio.
Lo so che la questione sicurezza è un punto cruciale ma in ogni modo o vi portate il seggiolino auto da casa ed evitate i tuk tuk, o vi dovete arrangiare.
Noi abbiamo rischiato, ma ovviamente ognuno sceglie per sé e non mi sento di consigliarvi lo stesso.
Unico, incosciente appunto: Viola si è divertita tantissimo sul tuk tuk, però ci sono stati momenti in cui il traffico e lo smog sono stati davvero insopportabili.
Non per spaventarvi ma giusto per darvi informazioni un po’ più obiettive: ricordatevi che Bangkok è una delle città con più incidenti al mondo!
Soprattutto vi consiglio di prendere taxi che abbiano il tassametro attivo e non farvi fregare da quelli abusivi. In caso di necessità, potrete rintracciare più facilmente quelli regolarizzati.
Tutti gli hotel in cui abbiamo pernottato erano di categoria 4 stelle e ci hanno garantito un elevato grado di comfort.
Complice la collaborazione con il tour operator locale Asiatica Travel, leader nell’organizzazione di viaggi in Indocina, che ha scelto per noi le strutture in Cambogia, abbiamo sempre trovato luoghi puliti e confortevoli. Soprattutto tornati dai nostri tour, con Viola esausta, abbiamo apprezzato la possibilità di consumare dei pasti con una ampia varietà di cibi per tutte le età e la comodità di poter eventualmente scaldare le pappe che avevamo portato da casa per lei.
Non in tutti gli hotel sono disponibili i lettini da campeggio o le culle, per questo vi consiglio di specificare la richiesta prima del vostro arrivo, in modo da non trovare sorprese.
Per due notti abbiamo fatto dormire Viola con noi nel lettone, dato che l’Hotel a Battambang ne era sprovvisto, ma i letti erano molto grandi, quindi non è stato un problema.
Altra interessantissima questione dato che i bambini di uno o due anni sono in una fase in cui cominciano ad apprezzare altre tipologie di cibo diverse dalle solite pappine, oppure si fissano su quei due o tre piatti lì che oddio a cambiarli.
C’è chi è fortunato, chi invece deve avere doti creative incredibili per sfamare il proprio figlio. Figurarsi in viaggio.
Noi siamo una via di mezzo: Viola mangia con gusto ma predilige i sapori semplici, non ama i piatti elaborati. Andrebbe avanti a ravioli e prosciutto ma capite che in viaggio non si può fare.
Indecisa sul da farsi e mamma ansiosa ma senza strafare ho pensato di portare con noi alcune pappe pronte da integrare all’occorrenza.
Il kit pappe, inserito in valigia comprendeva: pappe pronte (un miscuglio orrendo di verdure, carne, pasta o riso) che Viola ha tassativamente rifiutato dopo averci sputacchiato addosso la prima, brodi liofilizzati per la preparazione di pappe liquide, creme in busta (approvate) agli spinaci, alle carote, zucca o altre verdure, semolino e carne liofilizzata.
Questo kit è servito soprattutto per integrare le verdure che Viola non mangia intere e che avevo paura a darle crude.
Solitamente a pranzo ci arrangiavamo in giro; siamo quasi sempre capitati in ristoranti di buon livello e per Viola abbiamo ordinato pollo, patatine, pesce e riso. Disponibile anche pasta ma su quello, da italiana doc, è stata più selettiva.
Nei vari hotel abbiamo sempre preparato le sue cene facendoci scaldare acqua e altri ingredienti, mentre per la colazione abbiamo trovato un’incredibile varietà. Ah, la frutta è ottima e Viola ha adorato le bananine.
Questione acqua potabile; semplicemente basta usare quella in bottiglie sigillate, ed evitare il ghiaccio come accortezza più per i piccoli perché noi abbiamo provato di tutto.
Il nostro kit comprendeva tutto l’essenziale della farmacia da viaggio:
Per il volo mi sono organizzata con alcuni medicinali in una bustina e ho preferito averli sempre a portata di mano.
Fortunatamente abbiamo utilizzato poche cose, sempre meglio avere di più che di meno.
In città si trovano tranquillamente le farmacie ma non sempre i prodotti sono riconoscibili, quindi ho preferito averli con me. Inoltre, in alcuni luoghi più isolati, o nel bel mezzo della giungla è pressoché impossibile trovare negozi.
Una cosa di cui vorrei parlare, che non c’entra direttamente con le medicine, ma potrà servirvi è questa: nei locali, nei ristoranti, nelle hall degli alberghi ma anche nei taxi troverete l’aria condizionata altissima: vi conviene portarvi a dietro sempre una sciarpina e una felpa per proteggere i bambini da botte d’aria. Noi ci siamo presi un bel raffreddore, nessuno escluso. Pur coprendosi, a volte il freddo entra proprio nelle ossa.
Noi abbiamo portato un super leggero, il be cool light però non sempre l’abbiamo usato.
Durante le escursioni ai templi come Angkor Wat abbiamo infilato Viola nel marsupio Manduca e quando era stanca di star ferma l’abbiamo fatta sfogare camminando. State pur sicuri che dopo un po’ vorranno rientrare nel marsupio 😛
Per come la vedo, il passeggino è utile la sera, quando magari il bambino è più stanco e voi volete cenare in qualche ristorantino, magari mentre si schiaccia un pisolino (ci è capitata solo due volte questa fortuna! Viola più è stanca più rompe!)
Kit di giochini vieni a noi!
Il passeggino viene imbarcato in aereo e il prezzo è compreso nel biglietto, il nostro è talmente leggero che l’abbiamo tranquillamente fatto salire e scendere dai tuk tuk.
Tutti in Cambogia ci fermavano, ovunque. Grandi sorrisi, parole incomprensibili e mani dappertutto.
Il motivo di tanto stupore era Viola, non sicuramente noi perché prima in Asia non ci è mai capitato.
Non so come reagiscano i vostri bambini con gli estranei, la nostra si chiude a super riccio e a volte scoppia anche a piangere. Magari è solo una fase ma a volte è stato un problema perché tutti volevano toccarla, prenderla in braccio e/o giocare con lei.
Nessuno è mai stato troppo invadente ma questo dipende anche da voi. Noi siamo sempre stati tranquilli, ne abbiamo approfittato per fare conoscenza e per ribadire che Viola è molto timida e che “nulla di personale se scoppia a piangere come se avesse visto Nightmare”.
Abbiamo finalmente capito come si sta dall’altra parte della staccionata: in un paio di occasioni ci hanno chiesto di fotografarla, altri l’hanno fatto senza permesso. Forse a volte avrei voluto fermarli ma poi ho pensato alla parete del mio studio e a quei magnifici volti che ho appeso e che mi fanno fare un tuffo nel passato. Punti di vista e una buona dose di accettazione.
In Cambogia ci siamo sentiti accolti, coccolati e accompagnati nella scoperta di una grande cultura.
Abbiamo avuto delle guide fantastiche che ci hanno raccontato la storia, la vita degli abitanti dei villaggi, ma anche le loro storie personali.
Perché si sa, oltre a tutti i preparativi vari per essere il più tranquilli possibili durante la permanenza in un paese estraneo con i bambini piccoli, l’accoglienza fa la differenza nel ricordare un viaggio come un’esperienza unica, formativa e ricca di incontri preziosi.
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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