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Arequipa e il mistero della mummia Juanita

 

Arequipa Mummia Juanita

Arequipa

Dico la verità: quando ho saputo della visita guidata alla Mummia Juanita, ho chiamato in raccolta tutta la mia buona volontà e la concentrazione che mi occorre quando solitamente vengono organizzati questi tour guidati. Ero appena arrivata ad Arequipa ed ero troppo affamata di spaccati di vita per rinchiudermi in un museo.
Me ne vergogno follemente ma devo ammettere che il più delle volte mi annoio ad osservare per ore attraverso teche di vetro contenenti oggetti di importante valore storico.
O meglio, trovo interessantissimo immedesimarmi nella storia di popolazioni che vissero milioni di anni fa ma devo ammettere che perdo l’attenzione con facilità. 

Ma la storia di Juanita è troppo profonda, sacra e misteriosa per annoiare.

Un video di circa 20 minuti ci introduce nel suo mondo: l’aria gelida ci costringe ad indossare i capi più pesanti e con la dose giusta di immaginazione non è difficile pensare di essere sulla cima del vulcano Ampato. Stiamo per entrare nella cella frigorifera dove è perfettamente conservato il corpo di Juanita.

 

Museo Santuarius Andinos ad Arequipa; qui si trova Juanita

Museo Santuarius Andinos ad Arequipa; qui si trova Juanita

Dobbiamo solo tornare indietro di circa 550 anni per essere più vicini a Juanita, il vento tira forte e gelido, siamo a 6380 metri d’altezza sul punto più alto del vulcano Ampato.

Juanita sente freddo e ai piedi ha solo dei sandali aperti di corda. Ha appena 13 anni ed è una delle più belle ed importanti bambine Inca.
Il suo ruolo è fondamentale, ne è orgogliosa: cerca di ricordarselo mentre la paura l’attanaglia e le battono i denti dal freddo.
È partita da Cusco accompagnata da un gran corteo di persone importanti ed è attesa dall’Inca in persona per trasmetterle la sua divinità.

Juanita sa che presto morirà, prende contatto con gli Dei della montagna, in questo caso con Apu Ampato, dove sarebbe stata sacrificata ad un viaggio senza ritorno verso la divinità.

Vulcano Ampato

Vulcano Ampato

Dopo grandi festeggiamenti e rituali, Juanita viene stordita con la chicha, birra di mais fermentata e foglie di coca
Questo per provocarle meno dolore nel punto di morte, quando viene colpita con forza all’arco sopraccigliare destro. Un colpo secco, il buio e poi la luce

Altri corpi di bambini designati furono trovati nel corso degli anni sulle montagne sacre, soprattutto sui vulcani. Essi venivano offerti alla Pachamama per chiederle di essere clemente con l’uomo, un nobile sacrificio che avrebbe dovuto salvare tutto il popolo contro le ire della natura.

Loro sapevano, per quanto possibile, a cosa andavano incontro e si sentivano degli importanti prescelti. Ma una volta in cammino, su per gli irti sentieri di montagna, ad un’altitudine esagerata, forse ritornavano ad essere solo bambini impauriti. 
I ritrovamenti dimostrano che una volta sacrificati venivano calati in una buca di terra e posti assieme a doni ed effetti personali, poi seppelliti celebrando importanti rituali. 

Juanita riuscì a conservarsi perfettamente perché durante le numerose eruzioni del vulcano cadde in un conca che negli anni diventò ghiacciaio e le permise di mantenersi in perfetto stato. 
Rimase lì, in attesa di raccontare la sua storia fino all’8 settembre 1995 quando fu ritrovata dall’antropologo Jhoan Reinhard dopo 33 anni d’investigazione del progetto “santuari d’altura del sud andino“.

La mummia della bambina è così perfettamente conservata che è possibile che gli studi mitocondriali del DNA possano determinare le sue linee di parentela, il suo stato di salute, le malattie che ebbe, i virus e i batteri che l’hanno infettata e che sono tutt’ora presenti nel suo corpo.  

Per ora Juanita si trova al Museo Santuarius Andinos dell’università cattolica di Santa Maria ad Arequipa.

Si aprono le porte di questa enorme cella frigorifera e il gelo mi increspa la pelle. Procedo in silenzio e a piccoli passi arrivo a lei. La vedo lì rannicchiata, il silenzio è pesante e il mistero che l’avvolge è tangibile. Mi sento un’intrusa ma allo stesso tempo capisco che Juanita ha ancora tanto da raccontare.

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Scritto da Stefania Pozzi

Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it

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