Più che 7 cose potrei scriverci un libro su ciò che non sapevo del Vietnam, ma qui vi lascio quelle che per curiosità e particolarità mi hanno lasciato letteralmente a bocca aperta.
Soprattutto a sud del Vietnam, andando in giro qua e là per campi e risaie, vi capiterà di trovare delle tombe sparse a piccoli gruppetti, quasi mai veri e propri cimiteri.
Qui, indipendentemente dalla religione (che ammetto, in Vietnam è un discorso assai complicato) si osserva il culto degli antenati. Ovvero, ogni famiglia usa seppellire i propri antenati davanti alle proprie abitazioni in modo che gli spiriti possano trovare la strada di casa.
Così, passeggiando, vedrete tutte queste tombe in mezzo alle risaie, o in un angolino nelle vicinanze delle abitazioni. Si tratta di strutture in marmo o in pietra in base a quando è avvenuta la sepoltura. Curiosità della curiosità è che i vietnamiti non usino pregare sulla tomba, infatti questa non viene curata come qui da noi, o pulita dalle sterpaglie, anche perché si dice che agli spiriti non piaccia la luce. Gli antenati vengono ricordati in casa, luogo sacro dove esiste un vero e proprio altare degli antenati: un enorme mobile in legno antico con le foto dei defunti e qualche offerta.
L’altare degli antenati è la parte più importante dell’abitazione.
Leggendo qua e là sulle guide, prima di partire, avevo appreso che in Vietnam circa il 20% della popolazione segue una religione. Soltanto?
In effetti devo ammettere che potendo fare il confronto con la Thailandia, non è che in Vietnam si vedano ovunque altarini e offerte, fiori ed incenso. Non ci sono ovunque Buddha sdraiati, in piedi, seduti e nelle millemila posizioni di preghiera.
Non tanto quanto in Thailandia, no.
Pur non essendomi ancora fatta un’idea precisa di come vada in Vietnam il rapporto con la religione, mi è stato detto da vietnamiti che esistono dei religiosi non dichiarati. Ovvero coloro che osservano una religione ma che dichiarano di essere atei per non incorrere in provvedimenti governativi. A dire il vero non ho ben capito il perché di questo numero oscuro, le spiegazioni fornitemi sono state talvolta fumose e la diversità di lingua è stata spesso un limite nella comprensione di tali meccanismi. Mi piacerebbe saperne di più, se qualcuno ne fosse al corrente mi piacerebbe che lo spiegasse nei commenti.
Ogni zona in Vietnam ha le sue regole, ad esempio quello che non sapevo è che in alcune zone del Vietnam la raccolta del riso avviene due volte l’anno, in altre addirittura tre in base al clima. Ovviamente noi siamo capitati nel periodo più lofio, in cui tutto il riso è già stato raccolto e in cui le risaie sono vuote, secche e i lavoratori sono intenti a pulire il terreno dalle zolle ormai marce. Per questo, ahimè, non ho potuto godere di scenari da depliant, quelli in cui il verde acceso dei campi abbaglia gli occhi e finisce là solo dove iniziano il cielo e le montagne.
Ma lasciatemi dire che tutti questi omini intenti a sbrigare le loro faccende, vedere i loro piedi ammollo per tutta la giornata, con i famosi cappelli a cono, mi hanno stregato. Giravo in bicicletta con la GoPro attaccata al manubrio e la fotocamera appesa al collo, del tutto fuori luogo ma davvero contenta di essere parte di un quadro mai visto, che neanche il miglior pittore al mondo avrebbe potuto riprodurre in tutta la sua realtà.
In Vietnam mi è capitato di essere ospite a casa di persone e di sedermi a tavola con loro, in questo modo ho potuto osservare meglio le usanze legate al cibo e alla convivialità dei pasti.
Tra le cose che mi hanno colpita c’è di sicuro il fatto che durante pranzi e cene ci si limiti a mangiare – cose buonissime ma anche abbastanza piccantine – senza bere neanche un bicchiere di acqua o di the.
Il risultato, almeno per noi occidentali, è stato distruttivo: lingua felpata e gola in fiamme.
Solo alla fine del pasto, dopo aver sparecchiato, ci è stato portato un bicchiere di acqua gelata (con ancora il ghiaccio dentro). Quando ho potuto riapprezzare il fatto di avere una lingua e delle labbra ho potuto finalmente chiedere perché, e mi è stato detto che non è loro usanza bere a tavola, primo perché solitamente come pietanza c’è sempre qualcosa di brodoso e secondo perché l’acqua gonfia. Inoltre è molto difficile che a tavola si parli troppo, la motivazione è sempre dovuta al gonfiore che provocherebbe l’aria che entra nello stomaco.
Anche qui in Vietnam adorano il the, lo servono in minuscole tazzine senza manico in porcellana bianca decorata con ghirigori azzurri. Al centro del tavolo viene posta una teiera custodita in un curioso termos ricavato da una noce di cocco.
Il the, che il più delle volte ho notato avere un retrogusto floreale, tipo gelsomino, viene accompagnato da frutta o dolcetti gustosi.
il the non è bevuto per sete e per i vietnamiti è strano vedere noi occidentali prendere una tazza e scolarsela a mo di chupito. Per loro il the è un importante intermezzo volto a favorire la convivialità. L’infuso va bevuto a piccolissimi sorsi, facendolo scendere in gola solo dopo averlo trattenuto un po lungo il palato. Solo così si potranno apprezzare tutte e quante le proprietà di questo infuso.
Vi siete mai chiesti perché il Vietnam è pieno di motorini?
Impossibile non chiederselo, soprattutto se avete rischiato la pelle attraversando un qualunque incrocio trafficato di un’arteria di Ho CHi Min o Hanoi.
In Vietnam quasi tutti posseggono un motorino sul quale trasportano davvero di tutto (non abbiate fretta, avrò modo di farvi capire cosa intendo per tutto).
Concentrandomi sul perché è non sul cosa, quello che ho saputo facendo qualche domanda è che avere un’auto in Vietnam è molto, ma molto più costoso che in Italia.
Questo perché il governo tassa incredibilmente questi beni, una cosa tipo il 200%. Dopo aver avuto questa informazione ho capito quanto sia più semplice acquistare un motorino piuttosto che una macchina. E tutto mi è sembrato più normale, anche il traffico diabolico di Hanoi!
In Vietnam ho visto zone davvero povere, sia concentrate in grosse metropoli che in paesini sperduti in mezzo alla campagna. La gente passa le proprie giornata per strada e la confusione è davvero innegabile. Eppure non ho mai percepito il pericolo di essere scippata, non sono mai stata avvicinata con intenzioni losche.
Ad Ho Chi Minh ho visto donne fare palestra all’aperto in angoli bui di strade “poco” trafficate. In Vietnam alcuni macchinari che noi troviamo solo in costose palestre sono disponibili nei parchi.
Al sud del Vietnam ho visto poi case lasciate totalmente aperte, con tele accesa anche se nessuno sta guardando. La nostra guida ci ha spiegato che spesso i vietnamiti del sud tengono in casa l’oro, dedicano la loro vita al lavoro e al risparmio. Iniziano con il vivere in umilissime case, senza pavimento, molto simili a baracche per poi costruirsi la casa dei propri sogni.
Il fatto di tenere la televisione accesa, posizionata volontariamente proprio di fronte alla porta d’ingresso starebbe ad indicare la loro ricchezza. Inoltre qui tutti sanno che in casa viene tenuto l’oro, ma le porte non vengono chiuse e nessuno osa entrare nelle abitazioni altrui per rubare.
Ho tenuto per ultima questa curiosità perché è anche quella che più in assoluto mi ha fatto letteralmente piegare dal ridere.
Sappiate che in Vietnam non ci si saluta con i bacini guancia a guancia, soprattutto fra uomini e donne appena conosciuti è pressoché impensabile.
Va bene, potevamo immaginarcelo. Paese che vai, usanza che trovi.
Succede però che ad Hanoi, la prima sera di nostra permanenza in Vietnam, incontriamo la ragazza di Asiatica con la quale abbiamo preso contatti prima di partire.
Posso tranquillamente affermare che lei è abbastanza abituata alle nostre usanze, avendo fatto Erasmus a Napoli, però quando a fine serata abbiamo salutato lei e le amiche, Valerio si è lasciato scappare i tre bacini, con il risultato che una di queste ha sfregato il naso sulla sua guancia.
Vi lascio immaginare l’imbarazzo!
Ho scoperto solo giorni dopo che qui usa così, sfregare guancia e naso, e lo si fa soprattutto fra anziani e fra parenti!
Vi va di aggiungere qualche stranezza o curiosità che avete avuto modo di scoprire in Vietnam?
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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Ci sono 8 commenti
Complimenti per l’articolo sul viaggio in Vietnam
Io e la mia fidanzata vorremmo andare in viaggio di nozze a giugno. secondo te
che tempo si trova in quel periodo? e’ sconsigliabile andarci?
grazie
Daniele
Ciao Daniele,
grazie per i complimenti.
Innanzitutto dipende da dove tu voglia andare, il Vietnam è lungo e in base alle zone che intendi visitare, il tempo cambia.
Andando, ad esempio al centro troverai quasi sicuramente un clima secco, ma umido al sud. Io quando sono andata (dicembre) ho trovato pioggia costante al centro e freddino al nord e caldo al sud. Dove vorresti andare? Ciao
io adoro questi tuoi post!
perché sei curiosa e incuriosisci chi ti legge… me per prima, che scopro tantissime cose che non sapevo minimamente
un abbraccio!
Grazie Farah, che bel pensiero! A me piace molto scrivere questi post… Credo sia una bella cosa poter raccontare le particolarità di un viaggio!
Purtroppo lì dove esiste una dittatura (comunista o gender) è difficile esercitare la libertà religiosa e comprendo pienamente perché il Vietnam c’è una religiosità occulta.
Divertente leggere di una erasmus a Napoli in questo report sul Vietnam.
https://narrabondo.wordpress.com/
Si è proprio così, difficile da comprendere ma interessante perché diverso!
Davvero interessante!
Ricordiamo una cosa molto particolare dell’altarino e del ricordare i morti. Usano accendersi una sigaretta (anche chi non fuma) o incenso e farlo fumare molto , in modo che il fumo vada proprio dove c’è l’altarino, vedere le signore accendersi una sigaretta e poi metterla dove ci sono tutti gli incensi è stato proprio strano!
Oppure, ci ricordiamo molti motorini e biciclette e molte donne (soprattutto) vestite completamente,con guanti e berretta e anche passamontagna, questo per non prendere neppure un raggio di luce. Ma questo probabilmente è un pò in tutta l’ Asia (se vedi nel nostro articolo trovi qualche foto!).
Che bei ricordi che ci fai ricordare….
Ciao :-)!
Ah cavolo… Questa cosa della sigaretta non l’ho mai notata!
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