Ho viaggiato in tutti i modi, mi sono fatta trascinare in tour organizzati più o meno organizzati. E non è una ripetizione, ma un modo come un altro per porre l’accento sul fatto che non sempre, farsi organizzare il viaggio da uno sconosciuto sia la soluzione migliore.
Insomma, dipende un po’ da che tipi siete, non è che io demonizzi a tutti i costi i viaggi organizzati ma date svariate esperienze, preferisco il fai da te.
Non è detto, però, che il fai da te equivalga ad un on the road.
Potrei organizzare per conto mio due settimane al mare sulla riviera romagnola e starmene spiaggiata per tutto il tempo immaginabile.
Vi spiego perché in genere scelgo l’on the road e perché, se siete tipi come me, dovreste sceglierlo anche voi.
Non ci sono rigidi schemi da sostenere: sveglia alle sette e tredici, colazione alle otto meno dodici, tutti in pullman, poi si scende si scattano quattro foto – ma non di più – al punto panoramico, sosta bagno, shopping, pranzo di tre portate a buffet, sosta bagno lunga e così via fino a sera con un sergente di ferro che ti invita a rimanere sotto la sua sorveglianza e non allontanarti troppo.
Durante un on the road le tempistiche le decidi tu. C’è tempo per goderti le attività che preferisci, di fermarti a scattare qualche foto in più, di guardare un tramonto, saltare un pranzo o mangiare qualcosa al volo. Parlare con le persone, ad esempio.
Incontri un local che ti da un consiglio su un posto che non hai inserito nel programma ma che proprio, a detta sua, non dovresti perderti. Che si fa? Si cambia programma, ovviamente. È questo il bello dell’on the road, il percorso si plasma sulla base del vissuto nel viaggio. È una cosa di cui non potrei fare a meno.
Ancora meglio se si viaggia con un mezzo proprio, o un’auto a noleggio, in modo da non dover neanche sottostare agli orari dei trasporti pubblici.
Nel caso in cui vi serva un buon consiglio su un’auto a noleggio, date un’occhiata a easyterra.it.
Ci sono quelli belli e quelli meno belli, ma sicuramente formativi (dovrete contare solo sulle vostre capacità) e che una volta tornati a casa potrete raccontare.
Sono i dettagli che rendono unico il viaggio!
Un on the road organizzato per proprio conto, mette alla prova chiunque, partendo dalla fase dell’organizzazione fino ad arrivare a quella dell’attuazione. Prima di tutto bisogna essere persone pazienti, curiose e capaci di reperire il maggior numero di informazioni possibili. Man mano che organizzerete viaggi di questo tipo, diventerete sempre un po’ più esperti, vi “setterete” in base ai vostri bisogni e placherete le vostre iniziali ansie sul “cosa potrei fare se mi trovassi in una situazione del genere“. Inoltre, l’on the road, aiuta ad aprirsi verso gli altri, è infatti opportuno affidarsi ai consigli di sconosciuti e interagire ogni giorno con persone diverse. Aprirsi al mondo, il modo migliore di viaggiare!
Non è detto che durante un viaggio io voglia vedere quello che vuoi vedere tu. Mangiare dove mangeresti tu, dormire nello stesso tipo di alberghi. Un on the road si costruisce, tappa dopo tappa, tenendo conto dei propri interessi, delle proprie necessità e disponibilità di budget. Quindi massima versatilità e personalizzazione.
Il mio 2016 è stato all’insegna dei viaggi On the Road, guarda qui:
E voi, siete più tipi da on the road o viaggiatori stanziali?
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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