Perennemente in bilico fra un ritorno e un’andata, stanca ma felice così, mi fermo a riflettere su cosa mi aspetto da un viaggio.
Sono giorni strani questi; avrei molto da scrivere ma preferisco divagare e buttare giù i miei pensieri, forse senza arrivare ad una soluzione. Forse.
Oggi posso dire di essere più ricca di ieri e meno di domani. Perché so che il mio domani sarà o in viaggio o alla ricerca di questo.
Ho un progetto che mi sta tenendo un po’ lontana dal blog ma allo stesso tempo non gli sono mai stata così vicina.
Non vado in vacanza da anni.
Nel senso che non bevo latte di cocco seduta su di una sdraio, non faccio tuffi in piscina, non mi coccolo all’interno di una spa, non mi spalmo la crema solare esibendo l’ultimo costume acquistato.
Non faccio la valigia ma riempio a malapena uno zaino.
Fare tutto questo non sarebbe sbagliato, solo lontano da quello che sono. Anche se a volte non è stato tutto facile.
Per me non esiste viaggio che esuli dal vivere la vita locale il più possibile.
La realtà è che verrai sempre etichettato come turista ma è camminando in mezzo alla gente, sedendoti assieme a loro, mangiando cibo locale a costo di fare incetta di imodium, solo così potrai dire di aver visto almeno un’ombra di vita vera.
È contrattando con i tassisti, cercando di farti fregare il meno possibile, che capirai come vanno sul serio le cose. Come il turismo faccia girare l’economia a volte provocando più danni che altro.
Ho consumato tante brodaglie alla vista poco invitanti, assaggiato salse piccanti, ingoiato carne senza pormi troppi quesiti sulla sua provenienza. L’ho fatto per vivere il più possibile quello che un luogo del genere poteva donarmi. Ma soprattutto perché adoro farlo.
Da un viaggio mi aspetto la totale imprevedibilità degli eventi. Che sia disarmante e a volte anche deludente perché è giusto così. Mi aspetto che i contrattempi siano all’ordine del giorno e che abbia la forza d’animo, ma anche fisica, per districarmene. Di superare gli ostacoli in un paese così diverso dal mio per poi tornare a casa e trovare tutto più facile. Più mio.
Per adorare anche il ritorno.
Per crescere.
Da un viaggio mi aspetto che mi mostri la bellezza laddove non sapevo esistesse. E scoprire che anche stavolta avrei accantonato i consigli, quelli che mi hanno cullato per tutto il tempo dell’attesa della partenza, per poi gustarmi la gioia di un fuoriprogramma.
È non vedere l’ora di comprare la Lonely Planet per poi dimenticarla sul letto di un ostello.
È sentire battere il cuore forte ogni volta che clicchi sul tasto acquista per non lasciarti scappare quell’offerta lì. È girare il mappamondo, chiudere gli occhi e puntare il dito: poi riaprirli ed iniziare a sognare.
È la gioia dell’attesa, inspiegabile momento perfetto.
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 2 commenti
Totale imprevedibilità e anche la totale “imperdibilità” degli eventi aggiungo io! A costo di stilare itinerari folli, pur di vedere quanto più possibile.
Quella del cuore che batte forte nel momento del click è una sensazione che amo…forse più del viaggio stesso!
Un saluto!
Daniela
Hai ragione: imperdibilità, però a volte è buono anche perdersi qualcosa e gustarsi meglio il tragitto. Io sono strana, preferisco perdermi in un mercato piuttosto che in un museo (ovviamente dipende dalla situazione, ma spesso è così).
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
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