Ogni tanto ho un po’ di culo, quindi parto per il Messico.

Volevo scrivere un post prima di partire, un po’ per condividere la mia gioia pre-partenza con voi e un po’ perché visto che per due settimane non pubblicherò sul blog, a parte forse qualche aggiornamento delirante dal Messico, volevo lasciare una traccia dei miei prossimi passi.

Ho pensato a un po’ di titoli, ve li elenco:
– Il mio itinerario di 2 settimane in Messico On the Road
– Sensazioni pre partenza
– In Messico prenotando solo il volo
– Cosa mi aspetto dal Messico

No, no… non ci siamo.
Per l’itinerario c’è tempo, ora non ce la posso fare, sono troppo eccitata per mettere giù in modo giudizioso tappa dopo tappa. Senza considerare il fatto che non avendo prenotato nulla, tutto potrebbe cambiare da un giorno all’altro.
Sì, esatto: partiremo per il Messico per due settimane, zaino in spalla, con un itinerario di massima. Gireremo con i mezzi pubblici e prenoteremo le camere giorno dopo giorno.

Però volevo raccontarvi un po’ di come andata, di perché ho scelto il Messico e di cosa mi aspetto.
Quindi ho deciso di fare un post minestrone e focalizzare l’attenzione su un avvenimento assai raro: le mie botte di culo senza eguali. Perché, in fondo, sono una che lo riconosce.

Fortuna, vieni a me

Quotidianamente sono una che non si sottrae alle sfighe, diciamo. Chiamiamole pure coincidenze se volete, ma se c’è da pescare in mezzo al mucchio, state pur certi che la dea bendata della scarogna sceglie me, quella stronza.
Poi ogni tanto ho ‘ste manne dal cielo che mi lasciano incredula e perlopiù servono a farmi fischiare le orecchie notte giorno per i tanti insulti che ricevo da amici e conoscenti.

Nel posto giusto, al momento giusto

Insomma, è successo che a lavoro avevano a disposizione 10 biglietti e che hanno deciso di sorteggiare 10 fortunati per un volo a scelta per alcune destinazioni tra le quali, ovviamente, il Messico.
Il mio primo pensiero? “Figuriamoci quante probabilità posso avere io se si iscrivono tutti!”.
Fortuna – questa perla rara – vuole che non si siano iscritti tutti.
E così, per farvela breve, in una giornata che apparentemente doveva andare come le altre, ho saputo che da lì a poco sarei partita per il Messico.

L’importante è rimanere con i piedi per terra

Immaginatevi le trombe, il rullo dei tamburi e gli uccellini volare gioiosamente in aria.
Quanto a me, in ufficio ho cercato di trattenermi nel rispetto dei colleghi, ma una volta a casa mi sono rovinosamente sfondata – per l’occasione – di Corona.

Da quel giorno ho cominciato a sentire in bocca il sapore del mezcal, delle tortillas, del guacamole e a fare la faccia da Omer Simpson quando brama una birra. Mi immagino scalare le rovine Maya per arrivare in cima e godermi lo spettacolo della giungla, nuotare con le tartarughe e vedere il sole calare dalle cabanas. Cammino al ritmo della musica dei mariachi che mi si è piazzata in testa e non se ne va più.

Quando parto?

Sarò in volo esattamente nel momento in cui questo post andrà online!
Se mi state leggendo, mi augurate buon viaggio?!