Per un viaggio speciale ci vuole un post speciale, mi sono detta guardando fuori dal finestrino del treno cercando di passare in rassegna i miei ricordi ad uno ad uno.
Sì, io scrivo in treno. È qui, fra un ritardo di Trenord e una carrozza che sa di muffa, che butto giù i miei post. Poco romantico vero? Il folklore, comunque, mantiene viva la creatività.
Eppure nulla, ho troppe cose da dire, così concentrate che non mi viene fuori nulla.
Va bene Stefania, di cosa vuoi parlare? Cosa vorresti dire di nuovo fra tutto quello che è già stato detto?
Probabilmente mi ripeterò ma proverò a farlo a modo mio in modo da farvi arrivare le mie sensazioni.
Vi ho rotto i cocomeri per qualche tempo prima della partenza, poi con i miei diari durante il viaggio e ora in qualche modo vorrei tirare le somme di un progetto pazzo ma avvincente come quello di The Gira che ci ha visto percorrere 1400 km (stimati) che poi sono diventati 2000 e passa da Milano a Catania su un Ape Calessino che, ci avevano detto, raggiunge al massimo i 50 km orari.
Noi invece siamo arrivate a quasi 70 km, Ape truccato o… in discesa?
Quello che ho imparato una volta per tutte è che l’Italia la fanno le persone, innanzitutto.
Le persone hanno fatto il mio viaggio, a partire dalle mie compagne Manuela e Mara con le quali ho riso tanto da farmi venire il mal di mascelle.
Senza il loro sostegno, questo viaggio non sarebbe stato lo stesso.
L’Italia è una vecchietta che si mette in posa per una foto, mostrandoti la porta della sua casa di fronte ai sassi di Matera.
L’Italia è un carabiniere che ti guarda incredulo quando gli racconti della tua missione.
L’Italia è un gruppo di giovani in un bar che incuriositi ti fanno domande sulla tua avventura.
L’Italia è un signore che sorride chiamandovi “splendide pazze, siete troppo bbbelle, mi portate con voi?”.
L’Italia è l’indifferenza di chi va di fretta e che non ha tempo per un piacevole stacco dalla quotidianità.
L’Italia è un buon uomo, un angelo che ti sistema il bolide nel bel mezzo della notte e ti chiama per i giorni a venire per sapere se va tutto bene.
L’Italia è un puzzle di emozioni così eterogenei da lasciare quasi il vuoto, come in un libro che una volta finito non sai più che pesci pigliare, tanto ti sei calato nella sua storia.
Voglio fare un post su di questo, ho talmente tanto da dire che potrei fare un trattato.
Vi potrei scrivere nel minimo dettaglio la diversità fra le Regioni, la differenza d’approccio, i dialetti bellissimi e incomprensibili. Gli sguardi.
Volete sapere qual è stata la tappa in cui ci hanno accolto con più curiosità? Pazientate ancora un po’, ve lo svelo nel prossimo post raccontandovi tutti gli aneddoti del caso. Nel frattempo diamo il via alle scommesse 😉
Quello non si batte!
Non ci voleva il viaggio sul’apetta per scoprirlo, ma giusto per avere ulteriore conferma ho deciso di testare a più non posso: paposcia, cartocciate, arancini, cannoli, cascioni, patate con l’anduia, granite siciliane con brioches.
Se può interessarvi, ora sono a dieta.
Tutto bello, tutto splendido.
È facile quando si parla di un’esperienza profonda come questa.
In realtà no: i calli e le vesciche sulle mani non hanno avuto pietà di noi, neanche i guanti ci hanno salvato. Guidare con un trabiccolo, seppure bellissimo, in strada in mezzo a macchine e camion non è semplice, entrare in galleria fa paura davvero perché le luci non sono sufficienti a segnalare che ci sei.
Cercare sempre di rimanere sul lato destro della strada per permettere il sorpasso, stare vigili tutte quante per fare squadra ed aiutarsi quando l’Ape si spegne (e talvolta non si riaccende), incoraggiare quando l’Apetta non vuole saperne di continuare la salita.
E allora schiaccia il freno, metti in folle, tira il freno a mano. Spegni, riaccendi e parti in prima senza calcolare le macchine che strombazzano dietro di te.
Dove hai messo i fusibili? Quelli da 30 ampere, non di meno perché altrimenti bruciano subito.
Ciao Giuseppe di Vieste, ciao Nunzio di Matera, davvero grazie per il lavoro che avete fatto… Se non ci foste stati voi! Quanto vi dobbiamo?… Cosa, niente? No dai, non fate così. Ok, ok grazie ci ricorderemo per tutta la vita di voi.
Lo faremo davvero!
Siamo andate in giro dicendo a tutti che saremmo partite per un tour d’Italia, un giro lento per scoprire il più possibile del nostro paese.
L’andatura in effetti è stata lenta, guidare sei ore al giorno sotto al caldo è davvero dura ma i panorami che sono migliorati scendendo sempre più giù per lo stivale ci hanno ripagato di tutte le fatiche fatte.
Per ogni tappa abbiamo fatto una toccata e fuga, altro che slow tour: guida, fai benzina, fermati per la tappa pipì, arriva in quel posto, scatta alcune foto con l’Ape e altre senza, usa cellulare, reflex, GoPro, imposta il navigatore per arrivare all’agriturismo. Fai una doccia, disfa i bagagli, esci a cena e trova il tempo per parlare con le persone prima di crollare sul letto.
Per chiudere questo post sconclusionato vi consiglio, se vi è possibile, di intraprendere un viaggio del genere ma di farlo su tratti più brevi per poter approfondire e godervi gli istanti in contemplazione del nostro Paese.
Non avete idea di quanto sia bello girovagare per strade sterrate, in mezzo agli ulivi e ai campi gialli contornati da girasoli e cipressi.
Vedere il paesaggio che cambia, sentire l’odore della terra, di pomodori maturi, percepire poi la salsedine quando si arriva al mare.
E ancora i tramonti su paesi arroccati, bianchi e azzurri come in un quadro.
Passare lo stretto di Messina parcheggiando l’Ape sul traghetto e salire ad ammirare le due sponde.
Arrivare a Catania con il cuore gonfio d’orgoglio perché quell’impresa l’hai portata a termine tu, contro tutte le frasi scherzose che ti sei beccata lungo il percorso che ti facevano pensare che forse no, non ce l’avresti fatta. Che quasi ci credevi!
Con le forze al limite ma una fitta di dispiacere perché le esperienze così vere, nel bene o nel male, lasciano un segno indelebile, come un tatuaggio denso di significato e… cavolo, fanno fatica a lasciarti andare.
Chicas de Dios, ci siamo riuscite!
Un grazie speciale a:
Mara e Manuela, mie compagne di viaggio
Alberto Nava e tutti gli organizzatori di The Gira
Agriturismo.it per l’ospitalità
Gli altri calessini che hanno girato con noi (Marcello, Alberto, Giovanni, Gianluca, Veronica, Anonio, Camilla…)
Francesca e Marika per averci accolte calorosamente a Vasto
Locanda dei Cinque Cerri di Sasso Marconi
Agriturismo A3Passi di Ancona
Agriturismo Arkadia di Vasto
Agriturismo Posta Pastorella di Vieste
Agriturismo Madonna dell’Assunta di Altamura
Agriturismo Mararanch di Maratea
Agriturismo A Pittara di Tropea
Agriturismo Marino di Giardini Naxos
E le tante tante altre persone che ci hanno accompagnato con i loro sorrisi in questo nostro viaggio!
Presto una ricca gallery dedicata all’Italia in Ape Calessino!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Manager, Web writer e Travel Blogger.
Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 17 commenti
Ci ho messo tanto ma alla fine sono arrivata anche io. Sai quanto ho appoggiato la vostra missione e leggerla attraverso le tue parole è ancora più emozionante! Siete state mitiche, veramente!
Ora, lo rifacciamo?
Ti abbraccio!
Rifarlo con tutti voi sarebbe davvero un sogno… facciamolo diventare realtà!
Che bello leggere tutto d’un fiato questo post, brava brava brava!
Sono contenta di aver condiviso con voi un pezzettino di questo percorso! Ti abbraccio fortissimo <3
Contenta di avervi incontrate, siete state la nostra sicurezza fra tanti punti di domanda e puntini di sospensione! Buona California
Il tempo e le persone.. due parole rassicuranti. Ti abbraccio
Talvolta inquietanti 😉 Bacino Fra!
Ora finalmente leggo il post della Ste che scrive sul treno di Trenord – e l’idea è veramente troppo romantica e troppo scrittrice! Di nuovo rivivo tutte le emozioni e i giorni della nostra avventura…
La parte sulla tensione e la difficoltà è la mia preferita e rispetta per filo e per segno cosa ci toccava fare ogni giorno (ma a te non manca?). Mi sono divertita troppo
Ps. Le foto sono bellissime e non vedo l’ora di vedere la gallery
Grazie Maretta, certo che mi manca… come mi mancate voi due!
La gallery la faccio in questi giorni, ho tenuto da parte le foto migliori 😉
Che dire.
Ha ragione Paola, riesci sempre a trasmettere pienamente le tue emozioni. Sei riuscita a riassumere perfettamente la nostra epopea, un’impresa epica che mai nessuno ha portato a termine prima di noi (e non ci ha nemmeno privato, diciamolo).
Grazie per essere stata la mia compagna in questo viaggio indimenticabile!
W le chicas de dios!
Troppo cuore!
Chi meglio di noi può
descrivere questo viaggio? cambiare un fusibile?Ahahahahaha, grazie a voi… siamo compagne legate da 2000 lenti chilometri!
Hai descritto con ironia e tanti consigli utili questa fantastica e divertente esperienza. Le tue sensazioni sono arrivate tutte e diciamo che mi hai assolutamente convinta, un nuovo modo di scoprire il nostro fantastico paese assolutamente da provare!!! 😀
Deborah ci ho messo tutta me stessa, e sono contenta che un po’ si veda, perché a me sembra di aver fatto solo confusione
Vi ho seguite passo a passo, ridendo per le storie simpatiche che condividevate su FB e preoccupandomi quando vi sentivo in difficoltà… È stato bello seguire il vostro viaggio giù per l’Italia lento e folcloristico . E questo post mi ha emozionato ancora una volta perché Ste ogni volta che ti leggo sento tutto quello che vuoi trasmettere.
<3 tu si che sei un cuore! Ti sei davvero preoccupata per noi? Comunque ce l'abbiamo fatta!!!
Eccerto !!! Preoccupazioni di cuori
Ce l’avete fatta benissimo… Brave tutte e tre!
Ciao Stefy,
secondo me avete preso parte a un’impresa epica, quasi eroica!
Ho seguito la vostra avventura attraverso le foto e invidiato il procedere lento lungo la nostra terra (un po’ meno quando siete rimasti a piedi!).
Secondo me è da provare!
P.s. anche io scrivo sul treno, è un buon modo per sfruttare i momenti morti!
Un abbraccio!
Da provare sicuramente Sere, magari un viaggio indipendente in modo da prendersela con calma. Viaggiare lenti non ha prezzo, è una cosa davvero bellissima che dobbiamo valorizzare! Almeno per quanto riguarda la scoperta della nostra terra!
Riguardo al treno, è l’unico momento in cui sono finalmente un po’ tranquilla… toglietemi tutto ma non i carri bestiame di trenord 😀
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
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