Di colloqui e sfighe lavorative varie. Un racconto tragi-comico.
2012/05/23 12:51 PM
“Tutte le cose che stiamo cercando di fare sono operazioni di ricerca della consapevolezza. I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia”. “E’ più bello cambiare e accettare nuove sfide purché siano in condizioni accettabili. Tutelare un po’ meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o non riesce a entrarci”.
Cit. Mario Monti
Alzi la mano chi non si è reso conto che almeno una volta al giorno, localizzandoci su qualsiasi tg, ci viene propinato un servizio che tratta uno degli argomenti più in voga del momento: la crisi del mercato del lavoro e la disoccupazione.
E pensare che non ce n’eravamo accorti, quì fuori.
Quì, nel bel mezzo del turbinio del precariato, dove il lavoro non è più un diritto ma un’eccezione di pochi privilegiati.
In un mix fra l’incazzato e il sarcastico, mi trovo a generare pensieri degni di una delle migliori menti omicide, pensando alle sopra citate parole del nostro amatissimo Premier: “Che monotonia il posto fisso”.
Mi viene più che naturale chiedermi se queste persone hanno mai testato la vita da precario e se, per ciò che concerne il futuro dei propri figli, accetterebbero volentieri un simpatico percorso fatto di stage sottopagati o addirittura senza rimborso alcuno.
Banale la domanda, quanto le possibili risposte.
Nonostante tutto, quando ripenso alle mille avventure in cui mi imbatto durante la ricerca di lavoro, ancora sorrido. Amaramente, ma sorrido.
In Italia ti vogliono laureato. Possibilmente con specialistica e a pieni voti. Devi sapere, il più delle volte, almeno una lingua fluentemente e questo presuppone che tu abbia un trascorso abbastanza duraturo all’estero. Però ti vogliono con esperienza di minimo due anni nella stessa identica mansione, che sommata ai 5 di specialistica, 1 di esperienza all’estero più eventuali extra, fa almeno 10 anni. Il che presuppone che tu abbia almeno almeno una trentina d’anni. Però ti vogliono giovane, da formare a loro piacimento. Una bella contraddizione.
Può essere, come è successo a me, che ti convochino per una sostituzione maternità ma ti offrano solamente un contratto a progetto. Sai, è per conoscerti meglio e poi, fra un anno, l’indeterminato. Ma i sei mesi di prova di regola dell’indeterminato non possono bastare? O senza esagerare, un determinato di un anno e poi se ne riparla, oppure una semplice maternità? Che poi è anche quello per il quale sarei stata convocata.
Ti propinano un sacco ti palle pensando che tu te le beva, però poi, ai fini della selezione esigono persone sveglie. Altra contraddizione.
Inoltre, donne, se prendete parte ad un colloquio, lasciate a casa anelli, fedine e luccicosissimi solitari. Si, anche se ne andate davvero fiere.
Chi vi fa il colloquio non vi guarderà negli occhi ma sarà alla disperata ricerca del segno d’abbronzatura lasciato dal vostro anello.
Poi vi chiederà se convivete e se avete intenzione di metter su famiglia, come se questo fosse assolutamente segno di disonore.
E voi dovrete fare una faccia del tutto stupita, intente a scrollare la testa insistentemente in segno di “No, no, no, no…sia mai”.
Che in fondo non è neanche bugia. Non sarebbe affatto possibile solamente pensarci, visto lo stipendio da fame che prenderemo per qualche mese, nell’attesa di ricominciare per l’ennesima volta questo tran tran di colloqui assurdi.
Sempre che vi rispondano alle candidature, naturalmente.
Ma va bene così. In fondo basta non toccare lo stipendio agli statali che a furia di badgiare anche per i colleghi assenti si fanno venire la tendinite.
Tanto le malattie ce le hanno pagate, loro!
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Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Ci sono 1 commento
Se poi un malato ti uccide mentre studi o un terremoto ti stronca mentre lavori come uno schiavo, tutto sembra ancora più assurdo.
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