Messico, Messico, Messico…
L’ho ripetuto una decina di volte prima di iniziare a scrivere.
Ho chiuso gli occhi facendomi cullare da questa cantilena e ho lasciato venire fuori i ricordi senza fretta di metterli in ordine.
Ormai lo so che quando cerco di dare una linea alle sensazioni poi finisco per perdermi i dettagli più importanti e allora preferisco che prendano il sopravvento, magari perdendo l’occasione per dare qualche sensato consiglio.
E allora: Messico, Messico…
Mi vengono in mente i siti archeologici Maya, naturalmente, poi le tante bellezze naturali fra cascate mozzafiato, cenotes, lagune infinite, canyon imponenti e baie da sogno.
Ma il sapore del Messico, quello vero, l’ho scoperto passeggiando per le stradine polverose delle città coloniali che se apparentemente può sembrare non abbiano nulla di speciale, sono la vera anima di questo colorato paese.
Del Messico ci si innamora così, senza preavviso alcuno e senza bisogno di leggere un post confuso ma un’idea sì, quella potete farvela e iniziare ad assaporare il vostro viaggio.
Andiamo.
Le vie delle città coloniali messicane sono lunghe, talvolta deserte nelle ore in cui il caldo si fa insostenibile. La siesta, è un sacrosanto diritto per risparmiare le energie.
I muri sono scrostati e migliaia di cavi elettrici aggrovigliati pendono dall’alto, hanno un’anima vintage ma sono un arcobaleno di colori. Gli edifici delle città coloniali la dicono tutta sulla gente di questo popolo: gioviale, accondiscendente, dall’anima semplice, forse povera ma con la musica dentro.
Le vie delle città coloniali messicane accolgono il tramonto alla perfezione e si tingono di un caldo color caramello. In assoluto il momento che preferisco.
Non troverete una sola strada senza almeno un maggiolone parcheggiato. Maggioloni vecchio modello ovviamente, quelli che preferisco. Sono colorati, in aggiunta ad una cornice colorata a sua volta. Sono la ciliegina sulla torta di un panorama perfettamente caotico.
Avete mai trovato l’armonia in qualcosa di eclettico? Le città messicane ti fanno sentire così. E i maggioloni sono l’elemento che rende perfetta ogni foto che altrimenti sarebbe stata come tante altre.
Le insegne dei negozi delle città messicane sono dipinte a mano sui muri. Scritte e disegni si alternano su ogni edificio: birrifici sol, coca cola, ferramenta, panettieri. Tutto molto vivo nonostante alcune città siano deserte. Mi è capitato lungo la strada di vedere negozi chiusi o abbandonati, con ancora le scritte bene in vista e allora mi è venuto naturale chiedermi che fine abbiano fatto i proprietari: sono edifici abbandonati o sono passata durante il giorno di chiusura?
Lo street food non ce lo siamo fatti scappare neanche in Messico, abbiamo mangiato davvero di tutto e ve lo racconterò, ma una cosa che in assoluto mi fa pensare a questo viaggio sono i carretti che passavano per le strade che vendevano patatine fritte di diversi colori: rosso, arancione, giallo in base alle spezie utilizzate per condirle.
Buone da mangiarne fino allo sfinimento, seduti su una panchina del parco di una qualsiasi piazza centrale.
Quelle in cui i turisti non entrano perché non riuscirebbero a nascondere il fatto di esserlo, dei turisti intendo! Quelle in cui i locali non sembrano permettere invasioni di campo e che lanciano occhiatacce continue alla reflex. Quelli che dopo mezz’ora sei li assieme a loro discutere delle differenze fra Messico e Italia. E dai che ci scappa anche la risata e una pacca sulla spalla.
Ad esempio il barbiere, quell’omino per bene che agita abilmente le sue forbici in testa a Valerio che è seduto su un’autentica poltrona vintage: un ferro vecchio.
I clienti che sfogliano il giornale, un bambino che dorme in un angolo, cullato dalle note latino americane che escono da un vecchio stereo tenuto assieme con lo scotch. L’aria che si muove grazie ad una ventola arrugginita e un tappeto di capelli neri corvini sul pavimento.
Quando in Messico cala la sera sulle sue città non puoi che essere felice, godendo della tregua che il caldo darà fino all’indomani e passeggiare per le vie principali fiondandosi in un localino a caso. Questa leggerezza fa la differenza e i il colore dei tramonti ti trafigge in un modo che li ricorderai per sempre, quegli istanti. Ricorderai tutto di loro: gli odori delle griglie che si accendono, Il rumore dei motorini, la musica che esce dai locali.
La michelada, un intruglio 100% messicano dal sapore deciso. Birra, Lime, sale, chile, gusto forte per un aperitivo che ferma il tempo, seduti ai margini di una stradina pedonale acciottolata dove la gente cammina senza fretta, i cani riposano rubando uno spicchio d’ombra e gli expat un po’ hippie si fanno largo con i loro grandi zaini, i piedi scalzi e i rasta ribelli.
Cammini per strada a qualsiasi ora del giorno e dalle botteghe esce profumo di pane appena sfornato.
Allora vieni risucchiato come in un vortice e ti trovi a fare il giro dei banconi con gli occhi incollati ad ogni prelibatezza. Una provocazione volontaria quella di esporre pericolosamente la merce in quel modo, perché qui si usa così: si prende un piatto di latta e una pinza, poi si gira tutt’intorno e si sceglie cosa acquistare. C’è dolce, salato e dolce-salato di tutte le forme e dimensioni ma la vera tortura è che tutto costa pochissimo.
Sono ovunque, gli innamorati.Sorridono, abbassano gli sguardi, si tengono per mano, camminano ad un metro da terra e sembrano amare la vita all’aria aperta. Sono seduti su panchine in ferro battuto, li lasci con la luce e li ritrovi allo stesso poso al ritorno la sera.
Il Messico, quello vero è stato per me soprattutto dettagli. Anche per voi è stato così?
Da grande vorrei viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo provo a viaggiare e a scrivere di viaggi. Social Media Specialist, Travel Blogger e Founder di diquaedila.it
Stefania, nata a Milano, città con la quale ho un rapporto di amore/odio.Ora vivo in Olanda con la mia famiglia!
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Il mio blog nasce dalla paura di viaggiare, ve l'ho mai detto?! Ecco cosa posso fare per te
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Ci sono 3 commenti
[…] caraibici, perché oltre al mare paradisiaco è possibile trovare un mix di alternative perfetto: i colori delle città, la cordialità della gente, la musica dentro. Dopo aver provato e amato il Messico, ora sogno […]
L’ho letto con una morsa allo stomaco e gli occhi lucidi.
Si può?
Non so perché tra me e il Messico va così.
Non ci siamo mai visti, eppure… eppure va così.
Se poi ti ci metti anche tu, è finita.
Ahhhh… speriamo che questo 2016 mi regali questa gioia, và! 😀
#mainagioia Ma sì Manu, lo sai che io sono con te in questa causa! Spero davvero che il 2016 ti porti il Messico, il mio è stato un viaggio inatteso e forse il più bello di tutto l’anno!
La tua opinione contribuisce alla ricchezza del mio blog!
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